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Questo articolo è stato pubblicato il 22 aprile 2012 alle ore 15:26.
L'ultima modifica è del 22 aprile 2012 alle ore 15:26.

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Nell'ultimo mese e mezzo la Commissione ha preso numerose iniziative, tutte in un modo o nell'altro legate al tentativo di rafforzare la politica economica europea, mentre si sta riflettendo sull'equilibrio tra rigore e crescita, tra riduzione dell'indebitamento e rilancio dell'economia. Un convegno imprenditoriale organizzato giovedì a Bruxelles - e a cui dovrebbe partecipare anche il primo ministro Mario Monti - sarà l'occasione per discutere pubblicamente un nodo politico da cui potrebbe dipendere il futuro dell'Unione. «Presto analizzeremo la posizione di politica economica nella zona euro e nell'Unione europea nel suo insieme», ha affermato il commissario agli affari monetari Olli Rehn nel suo intervento in aula a Strasburgo mercoledì scorso, ricordando che nei prossimi giorni verranno pubblicati i dati di finanza pubblica del 2011 e le previsioni di crescita per il 2012. Rehn ha quindi aggiunto: «Sarà il momento appropriato per analizzare e decidere qual è il modo migliore per trovare il giusto equilibrio tra il consolidamento e la crescita».

Intanto, nei giorni scorsi le autorità comunitarie hanno presentato nuove linee-guida per lottare contro la disoccupazione, proponendo ai Governi l'introduzione di salari minimi differenziati a seconda dei settori economici. Contemporaneamente, il commissario Rehn ha annunciato per l'estate le nuove obbligazioni europee finalizzate a precisi progetti infrastrutturali (i project-bonds). Inoltre, lo stesso Rehn ha chiesto con insistenza ai Paesi azionisti di rafforzare il capitale della Banca europea per gli investimenti, la Bei. La Commissione sta anche discutendo di una modernizzazione delle regole sugli aiuti di stato. «Dobbiamo - ha detto in febbraio il commissario alla Concorrenza Joaquín Almunia - usare tutti i mezzi disponibili per aiutare la crescita e la concorrenza». Attraverso il potere della Commissione in questo ambito, il commissario spagnolo vuole «incoraggiare investimenti più elevati e più mirati nella ricerca e lo sviluppo», «promuovere» l'economia verde, «facilitare» l'accesso al credito delle imprese, «sostenere» i settori più deboli della società europea. L'Esecutivo sta forse rinnegando il liberalismo che ha caratterizzato la sua politica in questi ultimi decenni? Quando alla Commissione si definiscono un po' provocatoriamente le recenti iniziative una forma di light keynesianism, non tutti sono d'accordo. Si preferisce parlare qui a Bruxelles di una politica «più matura». Jean-Dominique Giuliani, presidente della Fondation Robert Schuman a Parigi, ha notato le iniziative, ma avverte, criticamente: «Molte scelte sono giunte su pressione dei paesi membri».

La crisi finanziaria prima ed economica poi ha certamente messo a nudo le debolezze della Commissione, criticata più volte dai deputati del Parlamento europeo. Un Governo continentale è ancora lontano. Peraltro, molte iniziative sono state presentate in ordine sparso. «Il pendolo sta per spostarsi verso il centro della sua corsa - dice però un esponente comunitario -: non si tratta di rinnegare le politiche di austerità, ma c'è la consapevolezza che senza un rilancio dell'economia il risanamento rischia di essere pericolosissimo sul fronte sociale». In marzo la Commissione ha anche presentato una proposta di regolamento che prevede la reciprocità nella partecipazione di imprese straniere agli appalti pubblici in Europa; mentre il commissario all'Industria Antonio Tajani sta lavorando per garantire alle imprese l'accesso sia alle materie prime più rare e costose che a più generosi crediti bancari. Nella ricerca di un nuovo equilibrio tra austerità e crescita, la sfida è di evitare tensioni sui mercati finanziari e trovare un compromesso con i paesi tradizionalmente più rigorosi, come la Germania. Emerge l'idea di una divisione dei compiti: ai Governi il rigore di bilancio, alla comunità il sostegno all'economia. Difficile senza un vero bilancio dell'Unione. Nel frattempo, la confindustria belga ha organizzato giovedì a Bruxelles un convegno dal titolo: «Skills for Growth». Ci saranno Monti e Barroso. Mancheranno i candidati all'Eliseo. Eppure saranno al centro delle riflessioni. Anzi, secondo alcuni se la Commissione sta cercando un nuovo mix di politica economica è anche per anticipare una tendenza che il socialista François Hollande vorrà cavalcare, se eletto il 6 maggio.

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