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Questo articolo è stato pubblicato il 25 aprile 2012 alle ore 13:00.
L'ultima modifica è del 25 aprile 2012 alle ore 10:21.

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«Ci si fermi a ricordare e a riflettere prima di scagliarsi contro la politica». È il monito del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, contenuto in un passaggio del suo intervento in piazza del Popolo a Pesaro in occasione della Festa della Liberazione. Questa mattina il Capo dello Stato aveva deposto a Roma una corona d'alloro davanti alla tomba del Milite Ignoto al Vittoriano in occasione del 25 aprile. «Dinanzi alla crisi che ha investito l'Italia e l'Europa, abbiamo bisogno di attingere alla lezione di unità nazionale che ci viene dalla Resistenza e abbiamo bisogno della politica come impegno inderogabile», ha detto Napolitano. Ha ricordato come la Liberazione sia la festa della riunificazione dell'Italia.

Via il marcio dai partiti
Ha sottolineato che «occorre impegnarsi perchè dove si è creato del marcio venga estirpato, perchè i partiti ritrovino slancio ideale, tensione morale, capacità nuova di proposta e di governo». Ha detto che oggi ci sono condizioni più favorevoli» anche per definire norme che sanciscano o regole di trasparenza e democraticità nella vita dei partiti, «compresi nuovi criteri, limiti e controlli per il loro finanziamento». Dal palco di Piazza del Popolo a Pesaro, Napolitano ha anche detto che non bisogna «abbandonarsi a una cieca sfiducia nei partiti come se nessun rinnovamento fosse possibile, e senza finire per dar fiato a qualche demagogo di turno».

Serve una legge elettorale
Serve una nuova «legge elettorale - ha detto il Capo dello Stato - che restituisca ai cittadini la possibilità di scegliere i loro rappresentanti, e non di votare dei nominati dai capi dei partiti». I partiti «non esitino e non tardino», ha detto Napolitano, «a muoversi concretamente» nel trovare l'accordo sulle riforme necessarie per il Paese.

Si arrivi alla conclusione della legislatura
«La politica, i partiti, debbono rinnovandosi decisamente fare la loro parte nel cercare di concretizzare risposte ai problemi più acuti, confrontandosi fattivamente con il governo fino alla conclusione naturale della legislatura», ha sottolineato Napolitano, aggiungendo che devono «fare la loro parte le istituzioni, dal Parlamento e dal governo nazionale ai Comuni, per altro condizionati oggi da gravi ristrettezze».

Schifani: vigilare perché non tornino i fantasmi del passato
Il presidente del Senato, intervenendo alla trasmissione "Prima di Tutto" su Rai Radio 1 nel giorno della Festa della Liberazione, ha sottolineato che «bisogna sempre tenere alta l'attenzione e vigilare perché non ritornino i fantasmi del passato. La nostra democrazia é matura e consapevole di un trascorso secolare che va cancellato, va dimenticato ma va sempre nello stesso tempo ricordato per evitare di ripetersi di episodi come la Shoah, le grandi stragi. Dobbiamo sempre dimenticare da un lato ma anche tenere vivi nella memoria determinati passaggi della storia».

Avvenire: la liberazione è un work in progress che non ha mai fine
«La Festa della Liberazione é bella e importante e preziosa perché ci ricorda che la libertà non é mai data per sempre, acquisita, come un bene che si possiede. Ma é liberazione, un work in progress che non ha mai fine, una conquista continua, una costruzione senza sosta, un amore che desidera essere sedotto e cantato e accarezzato senza che mai possiamo assopirci». Così il quotidiano della Cei, Avvenire, ricorda in una editoriale la Festa della Liberazione sottolineando che «la libertà é partecipazione, eccome. È un privilegio per chi ama condividere la propria "conquista". Per chi sa che mai sarà libero, lui, finché non saranno liberi tutti, ma proprio tutti. Liberazione globale».

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