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Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2012 alle ore 11:31.

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Belsito ai magistrati: Bossi sapeva delle spese di famiglia. Sui fondi in Tanzania informato a gennaio (Fotogramma)Belsito ai magistrati: Bossi sapeva delle spese di famiglia. Sui fondi in Tanzania informato a gennaio (Fotogramma)

Francesco Belsito, l'ex tesoriere della Lega, avrebbe informato direttamente Umberto Bossi sulle spese «più significative» effettuate dai familiari del leader e pagate coi soldi del partito. È quanto ha spiegato nell'interrogatorio di lunedì scorso l'ex amministratore Lumbard ai pm milanesi che indagano sui fondi del Carroccio.

Da quanto si è saputo, Belsito - che ha rilasciato dichiarazioni lunedì scorso davanti al procuratore aggiunto Alfredo Robledo e ai pm Roberto Pellicano e Paolo Filippini - ha spiegato in sostanza che i vertici del partito erano a conoscenza della sua volontà di «diversificare» gli investimenti (con i fondi della Lega, tra le altre cose, Belsito avrebbe movimentato denaro verso Tanzania e Cipro), ma che poi lui si muoveva autonomamente per quanto riguarda le singole operazioni, godendo di «fiducia».

Per quanto riguarda, invece, le spese personali della famiglia del leader, sempre stando a quanto avrebbe messo a verbale Belsito, l'ex amministratore si sarebbe mosso diversamente, avvertendo il leader quando gli importi da pagare erano significativi. Non sarebbe però entrato nel dettaglio delle singole spese.

Nell'interrogatorio Belsito ha chiarito ai magistrati che grazie anche al suo ruolo di tesoriere, aveva carta bianca e autonomia gestionale. Così, senza informare nessuno, a partire da ottobre-novembre, sono cominciati gli investimenti in corone norvegesi, oro, diamanti e a dicembre ha investito nei fondi esteri. Operazioni che ha comunicato nei dettagli al leader del partito e ai dirigenti solo a gennaio, quando ormai era scoppiato il caso.

Intanto, stando a quanto è filtrato in relazione all'incontro di ieri tra i magistrati milanesi e il pm della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, c'è una forte «saldatura» tra le due inchieste: quella lombarda sulle distrazioni dei fondi del Carroccio e quella calabrese sul riciclaggio anche di soldi della 'ndrangheta della cosca De Stefano.

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