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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2012 alle ore 19:17.

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I pm: Stiffoni ha gestito 3-4 milioni di fondi pubblici in modo «sospetto». Maroni: è «tecnicamente fuori»I pm: Stiffoni ha gestito 3-4 milioni di fondi pubblici in modo «sospetto». Maroni: è «tecnicamente fuori»

Piergiorgio Stiffoni è «tecnicamente fuori» dalla Lega Nord. Lo ha annunciato Roberto Maroni, al termine del Consiglio Federale.

Stiffoni, autosospesosi nei giorni scorsi dal gruppo parlamentare della Lega Nord, avrebbe utilizzato un conto che serve di norma per rimborsare le spese dei senatori, per effettuare operazioni «sospette» come l'emissione di assegni circolari e una serie di prelievi in contanti. Le operazioni «sospette» emergono dalle indagini dai pm di Milano sui fondi del Carroccio. Gli inquirenti valutano la posizione di Stiffoni e non è esclusa una eventuale contestazione di peculato, perchè si tratta di soldi pubblici.

Al senatore Stiffoni, secondo quanto risulta dalle indagini dei pm di Milano, la Lega Nord aveva dato la delega ad operare sul conto, acceso presso la Bnl, su cui confluiscono soldi pubblici di pertinenza del Senato e che devono andare a coprire le spese dei senatori e in questo caso di quelli del gruppo del Carroccio. Stiffoni avrebbe così gestito, tra il 2010 e il 2011, in modo "sospetto" secondo le prime analisi degli investigatori, tra i 3 e i 4 milioni di euro di fondi pubblici. Stando alle indagini del procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e dei pm Paolo Filippini e Roberto Pellicano, Stiffoni avrebbe effettuato una serie di operazioni "anomale" su quel conto, movimentando assegni e facendo prelievi. Operazioni sui cui ci sono state anche delle segnalazioni da parte dell'Uif di Bankitalia, ora agli atti della Procura.

Venerdì scorso è stato sentito come teste dai pm il capogruppo al Senato della Lega, Federico Bricolo, il quale avrebbe in sostanza spiegato che lui non sapeva cosa facesse Stiffoni con i soldi del conto per i senatori del Carroccio, perché il senatore aveva la delega a operare e la fiducia del partito. Lo stesso Stiffoni era stato sentito a verbale una decina di giorni fa e gli inquirenti avevano, da quanto si è saputo, sospeso l'audizione quando il senatore era caduto in contraddizioni, sostanzialmente avvicinandosì alla posizione di possibile indagato. Ora la Procura sta vagliando per lui l'ipotesi del peculato, perché si tratta di denaro che era destinato ad un gruppo parlamentare, che ha quindi funzione pubblica.

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