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Questo articolo è stato pubblicato il 07 maggio 2012 alle ore 07:33.

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Alexis Tsipras, leader di Syriza (Reuters)Alexis Tsipras, leader di Syriza (Reuters)

Un altro dato politicamente rilevante e inquietante del voto greco 2012 è infine il successo dell'estrema destra con simpatie neonaziste di Chrysi Avgi (Alba dorata), che vuole minare i confini della Grecia, cacciare tutti gli immigrati clandestini e reintrodurre la pena capitale per gli spacciatori, nazionalizzare le banche.
Atene ha mandato un forte segnale all'Europa germanica che vede solo l'austerità come ricetta alla crisi senza aggiungere elementi di crescita, ricetta che dopo cinque anni di recessione i greci hanno rispedito al mittente.

Il nuovo governo. Cosa dovrà affrontare il nuovo governo? Dalla prima settimana in carica, il prossimo governo dovrà affrontare una serie di sfide significative. Prima di tutto, una decisione dovrà essere presa per il bond greco di diritto internazionale in scadenza il 15 di maggio, i cui detentori, molti sono hedge funds, non hanno aderito allo scambio nel piano del PSI. L'importo non è molto grande (circa 430 milioni di euro), ma le implicazioni di un mancato pagamento sono notevoli, mentre la decisione di pagare comunque potrebbe favorire comportamenti simili in altre occasioni.

In secondo luogo, entro giugno, il nuovo esecutivo dovrà affrontare dei tagli di bilancio pari a circa 11,5 miliardi di euro per il biennio 2012-13 come concordato con la troika (Ue,Fmi, Bce) in cambio di 130 miliardi di aiuti. C'è poco spazio di manovra nel bilancio per promuovere tale adeguamento senza incidere ancora una volta sui salari del settore pubblico e pensioni. Mossa molto impopolare.

Terzo punto. La pressione da creditori internazionali - ricorda una nota di Goldman Sachs - si sposterà sulle riforme del mercato dei prodotti. Ciò implica un focus sulle privatizzazioni, liberalizzazioni sulle professioni, riduzione delle barriere all'ingresso per le nuove imprese, taglio dei margini di profitto garantiti per vari settori oggi protetti. I governi precedenti non hanno avuto successo nello scontro con i gruppi di pressione organizzati per il varo di un'economia concorrenziale. Così la riduzione dei salari (unico modo per recuperare competitività se non puoi svalutare) non è stata seguita dalla contestuale riduzione dei prezzi di mercato con conseguente perdita del potere di acquisto.

Quarto ed ultimo punto all'ordine del giorno, la ricapitalizzazione del sistema bancario in modo da poter attrarre capitali privati, un elemento chiave per la ripresa economica ed evitare la nazionalizzazione, soluzione avversta dalla Ue e Bce. La Ue ha destinato 48 miliardi di euro dei 130 complessivi alla ricapitalizzazione delle banche greche che hanno registrato 28 miliardi di euro di buco per il taglio del 74% del valore dei bond dopo lo swap in pancia alle prime quattro banche del paese: National Bank of Greece, Piraeus, Efg Eurobank e Alpha Bank. Ma la Ue è cauta e centellina gli aiuti in attesa di sapere i termini della ricapitalizzazione.

Nel frattempo però non si arresta la fuga dei depositi dalle banche elleniche. I greci non si fidano molto e ritirano i soldi dai conti correnti, per metterli sotto il materasso o trasferirli in filiali di banche estere in particolare cipriote. All'inizio del 2012 i depositi del totale delle banche sono scesi a 170 miliardi dai 240 miliardi della primavera del 2009, meno 70 miliardi in tre anni.

Per Piraeus, come riporta un report Mediobanca Securities, il rapporto prestiti/depositi è al 162%; per Alpha bank al 153% per Eurobank al 148%. E la media si colloca al 140%. Il rapporto dovrebbe tendere invece al 100%: cioè prestiti uguali ai depositi. Il che fa pensare che le banche di Atene andranno incontro a nuove strette dei crediti. Se in un paese fiaccato da cinque anni di recessione si prosciuga anche la linea del credito allora è un problema serio con gravi conseguenze sociali.

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