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Questo articolo è stato pubblicato il 07 maggio 2012 alle ore 13:01.

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Chiara Danese all'uscita dal tribunale di Milano, in un'immagine di repertorio. (Ansa)Chiara Danese all'uscita dal tribunale di Milano, in un'immagine di repertorio. (Ansa)

«Eravamo imbarazzate, non sapevamo cosa fare e volevamo andarcene via». Così Chiara Danese, una delle giovani ospiti, ad Arcore, ha descritto in aula al processo sul caso Ruby nel quale è imputato Silvio Berlusconi, il suo disagio per quella cena, l'unica alla quale ha partecipato ad Arcore dove le ragazze a tavola si passavano di mano in mano la statua di Priapo, mimavano «rapporti orali» e «ballavano e si dimenavano» toccando e facendosi toccare le parti intime dall'ex premier e da Emilio Fede. Chiara Danese davanti ai giudici della Quarta sezione penale del Tribunale ha raccontato della sera del 22 agosto 2010 come un'esperienza «scioccante».

Lei e l'amica Ambra che ad aprile dell'anno scorso hanno deciso di raccontare tutto ai magistrati, erano state invitate a quella festa da Emilio Fede, tramite l'agente Daniele Salemi, dopo le finali di Miss Piemonte, vinte da Ambra. Nella sua testimonianza la giovane ha descritto la cena e il dopocena a casa di Berlusconi con la scena di Priapo seguita da una sorta di «girotondo erotico» attorno al tavolo fatto dalle giovani ospiti, tra cui Roberta Bonasia le due gemelle De Vivo e «due donne di colore vestite in modo indecente che sembravano due prostitute», che «ballavano, si dimenavano, gli toccavano le parti intime, si scoprivano il seno cantando "meno male che Silvio c'è"» e chiamandolo papi «e lui le chiamava "le mie bambine"».

Chiara ha poi parlato della sala del Bunga Bunga dove sono scesi dopo aver cenato e dove sono continuati i balli hard che si sono conclusi con lo spogliarello di Nicole Minetti, «rimasta completamente nuda. Io non guardavo. Ero troppo imbarazzata», ha proseguito la testimone. Quando poi le ospiti del Bunga Bunga hanno cercato di coinvolgere in queste danze anche Ambra e Chiara, quest'ultima ha detto ai giudici: «A me veniva da piangere», e quando ci hanno chiesto di andare via, Emilio Fede ha detto alle due «di scordare di fare le meteorine», lavoro per cui la sera prima erano state convocate nello studio dell'ex direttore di Tg4 per fare un casting.
Rispondendo alle domande di Niccolò Ghedini, uno dei legali dell'ex capo del governo, Chiara tra le lacrime ha spiegato che per il clamore mediatico di questa storia e per essere stata una volta sola ad Arcore, tuttora lei e la sua famiglia vivono male in quanto nel piccolo paese dove abita «pensano che sia una escort e quello che mi dispiace è che insultano anche mio padre e mia madre».

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