Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2012 alle ore 07:58.
L'ultima modifica è del 08 maggio 2012 alle ore 14:45.

My24

I risultati, per certi versi clamorosi, delle amministrative suggeriscono la domanda cruciale: quei dati, ossia la frammentazione delle liste, la grande avanzata dei "grillini", la sconfitta del Pdl, La Lega che si riduce a Tosi, sindaco anti-bossiano di Verona, la tenuta (non di più) del Pd, la modesta prestazione del "terzo polo", l'astensione diffusa, il fenomeno Orlando a Palermo; ebbene quei dati costituiscono nel loro insieme un messaggio rivolto a chi? Ai protagonisti e comprimari di un sistema politico malato e incapace di riformarsi? Una sorta di ultimo avviso ai naviganti? Oppure sono un segnale ostile per il governo Monti e le sue politiche di rigore? Un modo per sottolineare che esiste una «sofferenza sociale» insostenibile, come ieri sera dicevano, con accenti stranamente simili, esponenti del Pd e del Pdl?

Il rebus è decisivo per capire quale destino ci attende. Se più simile alla Francia, per così dire; o invece malauguratamente più incline a emulare la Grecia.

A Parigi i francesi hanno saputo attivare di nuovo il meccanismo dell'alternanza, in forme ordinate e garantite dall'eccellente legge elettorale a doppio turno. Ad Atene il disastro ha invece preso forma quando il governo "tecnico" prima si è insediato e poi si è affrettato a correre verso le elezioni anticipate, sulla base di un calcolo sbagliato.
Ora anche l'Italia politica è al bivio. Chiaro che sul voto ha pesato la crisi economica e il malessere sociale.

Ma si è trattato pur sempre di elezioni amministrative parziali, meno di dieci milioni di italiani coinvolti. Tanti, ma niente di paragonabile a un voto nazionale per rinnovare il Parlamento. E in fondo le situazioni locali, con le loro logiche talvolta contraddittorie, sembrano aver motivato gli elettori non meno delle considerazioni di ordine generale. In un caso come nell'altro, il voto equivale a una sentenza che misura la qualità dell'offerta politica. E ci vuole poca immaginazione per vedere ciò che è lampante: la sentenza è di condanna per chi ha perso credibilità e in più si porta dietro l'impronta della cattiva aministrazione.

È il caso del Pdl, che paga una volta per tutte le disillusioni provocate dall'ultimo Berlusconi non meno che le pessime prove fornite da alcuni sindaci. Ma Bersani, l'Hollande italiano, non deve esagerare con l'auto-compiacimento. Il risultato del Pd, certo, non è negativo come quello del Pdl: ma la strada è ancora lunga prima che di definire una seria proposta per il governo del paese.

È noto che l'idea del segretario del Pd è quella di mettere insieme Vendola e Casini, così come Hollande ha saputo avere i voti di Mélenchon, estrema sinistra, e Bayrou, moderato. Ma Roma non è Parigi, per mille ragioni, e il nostro sistema elettorale non è quello francese. E poi è tutto da dimostrare che Bersani riesca a tenersi Vendola ed escludere Di Pietro. Il che pone problemi nuovi, accentuati dal dilagare del movimento "5 stelle" e dalla sua prevedibile influenza sull'Italia dei Valori, nonché sulla sinistra radicale.

In altre parole, il sistema politico italiano è agli inizi di una possibile eruzione. E da parte di qualcuno c'è la tentazione di scaricare tutto sul governo Monti, in nome del consenso elettorale da riguadagnare. Sarebbe l'ultimo errore, in grado davvero di spingere l'Italia verso una forma di ingovernabilità alla greca. È noto, in ogni caso, che a sinistra si sognano le elezioni anticipate. Ma solo se la destra fosse così ingenua da provocare essa stessa la caduta di Monti. Sarebbe quello sbocco "populista" che Alfano e lo stesso Berlusconi hanno fin qui evitato con decisione. Ma le pressioni interne ed esterne aumentano.
Forse perché una campagna elettorale è più facile e meno onesta di un serio lavoro di auto-riforma che coinvolga l'intero sistema politico. Alfano, Bersani e Casini sono in ritardo su tutte le tabelle di marcia, riguardo al rinnovamento. Ma scaricare le inadempienze sul governo Monti vorrebbe dire accentuare l'irresponsabilità della politica. Alimentando, invece di contenere, nuovi successi dei "grillini", il bau-bau dei partiti.

Shopping24

Dai nostri archivi