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Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2012 alle ore 16:15.
L'ultima modifica è del 08 maggio 2012 alle ore 12:07.

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Boom del movimento di Beppe Grillo alle elezioni amministrative? «Di boom ricordo solo quello degli anni '60, altri non ne vedo...», ha risposto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rispondendo a una domanda a margine dell'inaugurazione della mostra delle Poste italiane al Circo Massimo a Roma. Replica Grillo dal suo blog: Napolitano «vola basso» e «il boom del Movimento cinque stelle non si vede, ma si sente». «Il capo dello Stato rappresenta anche il M5S e anche, dopo queste elezioni, i suoi circa 250 consiglieri comunali e regionali scelti dai cittadini». Il comico ha augurato poi a Napolitano un «meritato riposo» quando, il prossimo anno, scadrà il suo settennato.

Dalle amministrative motivi di riflessione per politica e cittadini
Dalle elezioni, ha osservato Napolitano, escono «motivi di riflessione per le forze politiche e per i cittadini sul rapporto con la politica e sui problemi di governabilità oggi a livello locale». Problemi di governabilità, ha aggiunto Napolitano, «che come abbiamo visto in Europa si pongono a livello nazionale anche in diversi Paesi». Chiara l'allusione alla situazione della Grecia che, appena uscita dalle elezioni nazionali, non riesce a esprimere una maggioranza e rischia un rapido ritorno alle urne con i mercati all'attacco.Il capo dello Stato ha messo in evidenza che si è trattato di «un test piuttosto circoscritto e anche il numero degli elettori chiamati a votare non è stato grandissimo». In mattinata Napolitano ha ricevuto al Quirinale il primo ministro della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdogan. Ha partecipato all'incontro anche il ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi di Sant'Agata.

L'allarme di Casini (Udc): moderati sotto un cumulo di macerie
Il giorno dopo le elezioni comunali che hanno registrato il crollo del Pdl, i passi indietro della Lega Nord e l'affermazione del Movimento cinque stelle di Grillo, è anche quello dei primi bilanci e, anche, di qualche inversione di rotta nella strategia politica. Pierferdinando Casini si dice «estremamente scontento», non tanto per l'Udc quanto per i partiti tradizionali, che «sono stati sconfitti». I moderati, osserva, «sono sotto un cumulo di macerie». «Tutto deve essere analizzato», compreso il progetto del Terzo Polo. Ma, sottolinea Casini, «se qualcuno pensa che il messaggio del voto è scaricare Monti, sbaglia». Sulla sponda della Lega, il neo (ri)eletto sindaco di Verona Flavio Tosi, maroniano di ferro, avverte: il movimento deve cambiare passo, serve un passo indietro di Bossi.

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