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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2012 alle ore 09:56.

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(Reuters)(Reuters)

DAMASCO - Tre autobombe hanno devastato il cuore della tangenziale di Damasco, nella zona di orientale della città, nei pressi dell'aeroporto. Questa mattina mi si è presentato davanti uno spettacolo terrificante: decine di autovetture un autotreno che portava sabbia è stato completamente sventrato e sollevato da terra, mentre un'intera sezione della tangenziale per un perimetro di quasi 100 metri è stata completaente devastata e interrotta.

L'attentato è avvenuto di fronte a una caserma di militari, a fianco di una scuola, e una testimone oculare, Hanan Addad, insegnante di 40 anni, cristiana, dichiara che «ci sono state tre esplosioni, probabilmente si tratta di tre autobomba che hanno spazzato il quartiere e terrorizzato gli abitanti». Un suono di aumbulanze e di mezzi dei pompieri stanno cercando di portare via cadaveri e feriti. Il bilancio è per il momento di 55 morti e 180 feriti.

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Tra loro ci satrebbero anche dei bambini, dato che le esplosioni sono avvenute durante l'orario di ingresso degli studenti a scuola. La zona è stata circondata e bloccata dalle forze di sicurezza, mentre gruppi di militatri, che si agitavano mitra in aria, hanno improvvisato una manifestazione gridando "Libertà, libertà, viva Bashar Assad". La signora Addad afferma che gli attentatori sono stati ispirati dallo sceicco del Qarar Hamad Al Thani: «La Siria non è la Libia, questo regime non cadrà, la Siria è la nostra madre e Bashar il nostro padre».

Questo attentato - per il quale sono state impiegate 30 tonnellate di tritolo - getta un'ombra inquentante sul futuro della Siria, un Paese attraversato da un anno da scontri, combattimenti, una guerra civile che ha già fatto circa 10mila morti. La reazione del regime è stata durissima in città come Homs, Hama e Deraa ma la guerriglia non è stata sconfitta e il cessate il fuoco delle Nazioni Unite in vigore dal 12 aprile scorso è assai fragile. Ieri un convoglio delle Nazioni Unite, capeggiato dal generale Robert Mood è sfuggito a un attentato sulla strada di Deraa, un altro segnale che la missione degli osservatori Onu qui è davvero complicata.

Si profila in Siria uno scenario in cui, oltre alla guerriglia e agli scontri sul terreno, potrebbero intensificarsi gli attentati sia a obiettivi militari che civili. Questo fa temere che Damasco possa trovarsi coinvolta in una sanguinosa deriva come accadde all'Iraq dopo l'occupazione militare americana nel 2003 e all'Algeria negli anni Novanta. In sostanza la tregua in atto in queste settimane appare soltanto un intervallo tra due fasi della guerra civile siriana.

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