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Questo articolo è stato pubblicato il 11 maggio 2012 alle ore 15:55.
Per accedere ai contributi pubblici i quotidiani nazionali devono vendere almeno il 30% delle copie distribuite (per i quotidiani locali è il 35%). I costi ammessi sono solo quelli fondamentali di produzione e l'azienda deve essere in regola con il fisco. È la novità prevista dal decreto legge varato dal Consiglio dei ministri che riordina i contributi all'editoria. Iol provvedimento ridisegna l'accesso per le imprese editrici di quotidiani e periodici ai finanziamenti pubblici.
Contributi pubblici più trasparenti
La parola d'ordine è razionalizzare, semplificare, rendere trasparenti e migliorare la qualità dei contributi pubblici destinati all'Editoria, tenendo conto di tre esigenze: contribuire al conseguimento del pareggio di bilancio pubblico; indirizzare le imprese verso l'innovazione e verso comportamenti aziendali coerenti con la trasformazione del mercato; realizzare in pieno l'obiettivo di tutela del pluralismo e sostegno alla effettiva fruizione di prodotti editoriali reali.
Rimodulati i requisiti di accesso ai contributi
I requisiti di accesso al contributo, che verrà erogato nel 2014, vengono rimodulati aumentando il rapporto tra distribuzione e vendita. Per le testate nazionali (quelle cioè distribuite in almeno 5 regioni, con una percentuale di distribuzione in ciascuna non inferiore al 5% della distribuzione complessiva) il rapporto è aumentato dal 15% al 30 per cento. Per quelle locali dal 25% al 35 per cento. Si cerca in questo modo di spingere le imprese a rendere più efficiente la propria rete distributiva.
In ogni caso, il contributo per ciascuna azienda non può superare quello calcolato in misura piena per l'anno 2010.
Paletti ai costi ammissibili
Arrivano da subito - fin dai contributi erogati nel 2013 - alcuni limiti ai costi ammissibili per calcolare l'importo del contributo statale. I costi ammessi sono solo quelli fondamentali di produzione e quelli relativi ai livelli effettivi di vendita. Il contributo "variabile" viene calcolato esclusivamente sulle copie vendute. Escluse dal computo le copie diffuse in blocco e tramite "strillonaggio". Non sono più ammessi al calcolo del contributo le spese per materiali di consumo e promozionali e, in particolare, consulenze e "service". Saranno rimborsati nella misura del 50% i costi relativi a giornalisti, personale, stampa, distribuzione. Per accedere al contributo, inoltre, l'impresa deve risultare in regola con gli adempimenti tributari verso lo Stato. I nuovi criteri per il calcolo dei contributi si applicano anche ai giornali organi di partito e assimilati. Le imprese che hanno già ricevuto i contributi possono passare alla pubblicazione digitale, anche in via non esclusiva.
Sostegno biennale per la diffusione solo online
Le imprese editrici che diffondono esclusivamente online possono usufruire di un sostegno di durata biennale, a condizione che rispettino effettivamente la propria periodicità e siano accessibili (in digitale) anche a titolo oneroso. Il contributo consiste nella copertura del 70% dei costi e nella corresponsione di 0.10 euro per ciascuna copia venduta in abbonamento.
Credito d'imposta per i punti di vendita che aderiranno alla rete informatica
Previsto anche un credito d'imposta di cui beneficeranno i punti di vendita che aderiranno a una rete informatica che consentirà, tra l'altro, una maggiore efficienza delle imprese editoriali, attraverso la tracciabilità delle vendite e delle rese dei giornali. Il Dipartimento per l'informazione e l'editoria della presidenza del Consiglio dei ministri assicurerà il coordinamento degli spazi dedicati alla pubblicità istituzionale, anche per una maggiore razionalizzazione della spesa complessiva.
Una delega per l'editoria digitale
Ulteriori novità arriveranno nel 2014 per l'editoria digitale. Il Consiglio dei ministri ha, infatti, anche approvato un disegno di legge delega che prefigura un nuovo sistema di sostegno all'editoria, a partire dal 2014, che tenga conto della strutturale trasformazione legata al diffondersi dell'editoria digitale. Ecco i criteri: configurare una gamma di possibili incentivi coerenti con l'attuale situazione del mercato editoriale: sostenere l'innovazione, e in particolare le start up e le iniziative editoriali che puntano alla multimedialità, al fine di modernizzare e sviluppare il settore: sarà anche istituita una Commissione per ridefinire i soggetti editoriali meritevoli di sostegno pubblico, in particolare alto valore culturale, politico-sociale, e tradizione a livello locale: istituito anche un Registro delle riviste di alta cultura; sarà anche favorita, con attività di comunicazione e promozione, la diffusione della lettura, soprattutto tra i giovani.
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