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Questo articolo è stato pubblicato il 12 maggio 2012 alle ore 18:03.

Il ministro della Giustizia Paola SeverinoIl ministro della Giustizia Paola Severino

Sì, avrei fatto le stesse scelte. Svolgerei malissimo il mio ruolo, e non solo di Ministro, se commisurassi l'entità delle pene a problemi contingenti, anziché alla serietà dei beni per i quali si appresta la sanzione penale. In questo caso ho ritenuto che alcune pene fossero insufficienti agli scopi di prevenzione e di punizione che una seria legge anticorruzione si deve porre. L'incidenza di questa scelta sui termini di prescrizione è solo una conseguenza e non la premessa di una decisione che è commisurata a parametri tecnici estremamente delicati e che sono il risultato di un difficile bilanciamento.

A fine mese andrà in aula anche la riforma del falso in bilancio, presentata dall'Idv e sostenuta dal Pd, mentre il Pdl è contrario. Si preannuncia un'altra frattura nella maggioranza, con problemi per il governo. A proposito, qual è la posizione del governo?
Sarei ingenua se sottovalutassi l'esistenza di un problema politico anche qui. Stiamo studiando gli emendamenti presentati, però posso dire che la norma in vigore ha avuto un merito: distinguere le situazioni in cui il falso ha conseguenze patrimoniali dannose da quelle in cui incide solo sul valore della trasparenza. E mi sembra che questa distinzione vada mantenuta.

Monti ha detto a Napolitano che porterà a termine il suo mandato, cioè governerà fino al 2013. Quindi c'è tempo per le riforme della giustizia. Quali taglieranno il traguardo?
Sicuramente tutte le riforme di carattere organizzativo: entro settembre la revisione della geografia giudiziaria e l'operatività dei tribunali delle imprese; la piena attuazione del processo civile telematico e l'informatizzazione degli uffici. Il ddl sulle misure alternative al carcere è per noi un'altra priorità. Ci sono poi una serie di misure sulla giustizia civile che intendiamo adottare a breve: dalla riforma dell'appello, di cui spesso si fa un uso eccessivo in termini dilatori - i dati mostrano che nel 70% dei casi la sentenza di primo grado è confermata - alla revisione della legge Pinto che ingolfa le Corti, all'introduzione di incentivi procedurali per favorire la mediazione, a una semplificazione delle esecuzioni mobiliari e immobiliari. Vogliamo ridurre i milioni di processi pendenti e accelerare i tempi della giustizia civile.

Il taglio dei Tribunalini è cruciale per la competitività del sistema Paese. Le barricate politiche sono altissime e sono accompagnate dalla minaccia di bloccare altre riforme del governo. Resisterete?
Questa riforma per noi è una priorità assoluta. Siamo determinati a portarla a termine entro settembre con lo stesso rigore con cui abbiamo già affrontato la revisione degli uffici dei giudici di pace, sopprimendone 674 su 846. Puntiamo a chiudere prima dell'estate, con l'approvazione del decreto attuativo in Consiglio dei Ministri. La revisione sarà consistente e produrrà rilevanti risparmi economici e maggiore efficienza nell'impiego delle risorse.

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