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Questo articolo è stato pubblicato il 14 maggio 2012 alle ore 11:23.

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FRANCOFORTE - La sconfitta è pesante. I democristiani della Cdu, il partito del cancelliere Angela Merkel, non erano mai scesi così in basso nei consensi in Nord Reno Westfalia, lo stato più popoloso della Germania, dove vive quasi un quarto dei tedeschi. Proprio per le sue dimensioni (il land rappresenta anche un quinto circa del prodotto interno lordo), il test è molto significativo e la signora Merkel non può permettersi di ignorarlo, come ha fatto con tutti gli altri insuccessi inanellati nelle elezioni locali negli ultimi due anni.

Inoltre, la cancelliera si era impegnata in prima persona nella campagna elettorale e aveva schierato come candidato presidente del land quello che alcuni cominciavano a pensare potesse essere il suo delfino, il ministro dell'Ambiente, Norbert Roettgen, che poi è invece naufragato con una serie di gaffes.

Per di più, i democristiani avevano insistito perché nel NRW, uno stato altamente indebitato, si applicassero le stesse regole di austerità fiscale che la Germania segue a livello nazionale e che impone vengano adottate dal resto d'Europa.

Da qui a trarre conclusioni definitive sulle conseguenze a livello tedesco ed europeo del voto nel land renano, però, ce ne passa. Intanto, si tratta di un territorio storicamente controllato dai socialdemocratici. Inoltre, il candidato della Spd, Hannelore Kraft, è molto popolare e qualcuno ne parla, forse un po' prematuramente, come di una possibile anti-Merkel alle elezioni politiche dell'anno prossimo. Ma, soprattutto, è proprio sul suo credo del rigore e dell'austerità che la cancelliera ha costruito la propria base di consensi a livello nazionale, una base forte, che per ora la Spd non è riuscita a scalfire, incapace di tradurre su tutta la Germania le vittorie ottenute a livello locale. Sembra quindi troppo presto per decretare l'inizio della fine del predominio della signora Merkel sulla politica tedesca e di un cambiamento di rotta sull'austerità fiscale, in Germania e in Europa. Certo, quella che si incontra con il neo presidente francese, François Hollande, domani a Berlino è una Merkel più vulnerabile e che probabilmente sarà più incline a indirizzarsi verso un compromesso che preveda in un'Europa anche una strategia della crescita, pur senza abbandonare la linea del rigore.

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