Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 15 maggio 2012 alle ore 17:02.

My24

Polizia scientifica e archeologici forensi al lavoro per analizzare i resti ossei nella Basilica di Sant'Apollinare a Roma, dove si trova anche la bara del boss Renatino De Pedis. All'interno di uno spazio aperto è stata montata una tenda da campo adibita a laboratorio dove i tecnici e gli agenti stanno effettuando gli esami sulle ossa per eventuali esami del Dna. In una cripta, vicino a quella in cui era sepolto il boss della Banda della Magliana, Enrico De Pedis, erano infatti conservati i resti dell'ossario pre-napoleonico. Sono state aperte e catalogate al momento circa 40 delle oltre 200 cassette.

Ieri l'apertura della bara di De Pedis
Ieri era stata aperta la bara di De Pedis, dove è stato rinvenuto il suo cadavere. L'obiettivo, ora, è quello di stabilire se dagli esami effettuati sulle ossa contenute in alcune cassettine possa essere trovato il Dna appartenente a Emanuela Orlandi. L'apertura della tomba di Enrico De Pedis, il boss della Banda della Magliana ucciso 22 anni fa a Roma, e l'esame delle ossa contenute in circa 200 cassette trovate nelle vicinanze del loculo in cui era sepolto, costituiscono due degli ultimi atti dell'inchiesta sulla sparizione di Emanuela Orlandi.

Entro l'estate i risultati delle analisi
Entro l'estate, quasi certamente tra giugno e luglio, arriverà il risultato conclusivo delle analisi sulle ossa trovate nei sotterranei della basilica di Sant'Apollinare, in una stanza attigua a quella in cui era sepolto il boss della Banda della Magliana, Enrico De Pedis.

Gli accertamenti si concluderanno in autunno
Gli accertamenti, secondo quanto si è appreso, dovrebbero concludersi entro l'inizio dell'autunno, indipendentemente dal risultato sugli esami cominciati ieri in piazza Sant'Apollinare.

Cinque indagati per il caso Orlandi
Cinque gli indagati con l'accusa dell'omicidio di Emanuela: tra loro Sergio Virtù, autista di De Pedis, Angelo Cassani, detto "Ciletto", Gianfranco Cerboni, detto "Gigetto", tutti in un qualche modo legati all'holding del crimine attiva a Roma negli anni settanta/ottanta, e Sabrina Minardi, la supertestimone che ha ricollegato la sparizione della ragazza alla Banda della Magliana. Il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il sostituto Simona Maisto hanno in programma ancora una serie di atti istruttori e quindi tireranno le fila dell'inchiesta decidendo se sussistano i presupposti per chiedere il rinvio a giudizio degli indagati o l'archiviazione delle loro posizioni.

Per Pietro Orlandi l'attentato al Papa è legato alla scomparsa di Emanuela
Pietro Orlandi, fratello della ragazza scomparsa il 22 giugno 1983 in circostanze misteriose, ha commentato l'apertura della tomba di Enrico de Pedis: «Quello di ieri è un passo importante, almeno per togliere ogni dubbio. Era doveroso fare un'ispezione nella basilica di Sant'Apollinare per mettere un punto a questa ipotesi. Non ho mai creduto che Emanuela potesse trovarsi nella basilica e non lo credo tutt'ora». In base alla tesi sostenuta da Pietro Orlandi c'è un filo che lega l'attentato al Papa, la morte di Calvi e la scomparsa di Emanuela Orlandi. Il 27 maggio la foto di Emanuela Orlandi sarà esposta in Campidoglio per ricordare a tutti il mistero insoluto..

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi