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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2012 alle ore 16:12.

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Tra appropriazioni indebite, finanziamenti poco chiari e bilanci truccati, le principali tappe dello scandalo che dal 2011 ha portato il terremoto nelle fila del centrosinistra e tra gli eredi della Democrazia cristiana, e delle indagini partite da una segnalazione di Bankitalia che hanno contribuito ad allargare il divario tra gli italiani e la politica.

Luglio 2011 – I primi sospetti
Due ricorsi Tribunale civile di Roma a firma Enzo Carra, Renzo Lusetti, Calogero Piscitello e, Battista Bonfanti e Carmine Nuccio, parlamentari e ex funzionari di Democrazia e Libertà, impugnano la validità dei rendiconti riguardanti il periodo 2009-2010 della Margherita.

Dicembre 2011 – L'ultimo bilancio "certificato"
Il direttivo della disciolta Margherita certifica la regolarità dei bilanci con la controfirma dell'ex tesoriere e senatore Pd Luigi Lusi.

30 gennaio 2012 – Dalla segnalazione Bankitalia al registro indagati
In base alle indagini seguite alla segnalazione della Banca d'Italia di un'anomalia dietro l'acquisto dell'abitazione di via Monserrato a Roma la procura capitolina iscrive nel registro degli indagati Luigi Lusi per il reato di appropriazione indebita di rimborsi elettorali attribuiti alla Margherita (13 milioni di euro). Lusi rassegna le dimissioni da tesoriere della Margherita-DL. Il parlamentare ammette con i magistrati le proprie responsabilità: di essersi appropriato del denaro attraverso decine di bonifici destinati a se stesso e ad una società a lui riconducibile. Soldi utilizzati per l'acquisto della casa di via Monserrato e di una villa a Genzano (Roma), dove risiede. Altri soldi sono stati invece trasferiti in Canada. Dai 13 milioni sottratti cinque sono stati utilizzati per il pagamento di tasse.

31 gennaio 2012 – La reazione di Rutelli «parte offesa»
Francesco Rutelli, ex presidente della Margherita, sentito come testimone dai magistrati, nega di essere a conoscenza della sottrazione di danaro e annuncia la costituzione come parte offesa nel procedimento.

6 febbraio 2012 - L'espulsione «infamante» dal Pd
Lusi è dichiarato all'unanimità incompatibile con il Pd ed espulso dal partito. «La dichiarazione di incompatibilità con il Pd e la sanzione della cancellazione dall'albo degli elettori e dall'anagrafe degli iscritti – dichiara - è volutamente infamante».

20 febbraio 2012 – Gli ammanchi crescono, Margheritini preoccupati
I Pm di Roma estendono le indagini ipotizzando ulteriori ammanchi dai fondi della Margherita per 20 milioni di euro, utilizzati dall'ex tesoriere soprattutto per l'acquisto di ville e palazzi nella propria disponibilità, Pier Luigi Castagnetti, Arturo Parisi, Enrico Letta, Giuseppe Fioroni ed altri esponenti della Margherita sollecitano i magistrati ad accertare in tempi rapidi l'utilizzo del tesoretto di 13 milioni di euro di rimborsi elettorali sottratto alle casse del partito. Arturo Parisi sentito come testimone dai Pm, racconta delle su richieste di spiegazioni all'ex tesoriere sulle ''voci opache'' del bilancio, tra cui una uscita di 4 milioni di cui l'ex ministro prodiano chiese conto al tesoriere sentendosi rispondere che era un contributo alle primarie di Dario Franceschini, smentito a più riprese dal capogruppo Pd. L'ex responsabile Circoscrizioni Estere Luciano Neri fa accuse pensanti, ipotizzando che si pensasse di distribuire i soldi in cassa, i 20 milioni rimasti oltre a quelli già spariti, «tra le diverse Fondazioni di riferimento dei diversi maggiorenti ex Dl». Possibilità che Pier Luigi Castagnetti, ultimo segretario del Partito Popolare, non vuole neanche considerare: «Mi arrabbierei moltissimo – spiega - se soldi fossero stati usati per pagare un convegno dell'Api ma anche per finanziare l'iniziativa di una corrente e non di un'altra dell'ex partito».

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