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Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2012 alle ore 12:29.

Mentre il regime di Bashar el Assad nega il massacro di Hula - dove sono stati giustiziati 108 civili di cui 49 bambini - diffondendo la tesi di «gruppi armati» dell'opposizione non di forze governative responsabili della strage, arrivano le immagini di un nuovo massacro in Siria, paese che da marzo 2011 si oppone al regime di Assad. Un video diffuso da attivisti mostra un altro massacro di massa di civili per mano di milizie filo-governative. il terzo in una settimana, calcola Bbc.
Tredici contadini sono costretti a scendere da un autobus e vengono giustiziati da un gruppo shabiha in un villaggio vicino a Qusair, nell'ovest del paese. Il video mostra un gruppo di corpi martoriati. L'Onu sta per convocare una sessione d'emergenza per le violenze in Siria.
Susan Rice, rappresente permanente americana Onu, ha stroncato i risultati delle indagini sul massacro di Hula da parte del gioverno siriano definendole "evidenti bugie" senza alcuna prova che le supporti. Continua al tensione diplomatica. Ventiquattr'ore dopo la Rice, interviene Leon Panetta, capo della Difesa Usa, secondo cui un intervento militare è possibile solo dietro via libera Onu. «Questa è una situazione intollerabile», ha detto, «non possiamo essere soddisfatti per quello che accade; e la comunità internazionale deve fare ulteriori passi per ottenere che Assad se ne vada». La Gran Bretagna intanto auspica che altre nazioni impongano ulteriori sanzioni contro il regime di Assad a prescindere da un risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dove il veto di Russia e Cina ha finora bloccato ogni misura corale contro Damasco. Il ministro degli Esteri William Hague sostiene che l'Ue sta abbozzando nuove misure punitive contro il regime, che, ha aggiunto, ha portato il Paese ad un passo dalla «guerra civile» e di più ampi confitti settari tra le diverse confessioni siriane.
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