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Questo articolo è stato pubblicato il 04 giugno 2012 alle ore 18:19.

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Elezioni anticipate, la proposta Fassina (voto in autunno) agita il Pd. Bersani: la linea non cambiaElezioni anticipate, la proposta Fassina (voto in autunno) agita il Pd. Bersani: la linea non cambia

Giornata campale per il Pd, che nelle ultime ore pare inseguire il Pdl, dove è più accesa che mai la guerra tra le diverse anime del partito. A dare inizio alle polemiche, questa mattina, il responsabile economico dei Democratici, che sceglie addirittura un'intervista all'agenzia Reuters per dire l'impensabile: il premier Monti non ha più il sostegno del Parlamento per adottare altre riforme e dovrebbe valutare l'ipotesi di anticipare al prossimo autunno le elezioni politiche fissate a primavera 2013.

Lo "snodo" riforma elettorale
«Dovremmo verificare rapidamente - spiega Fassina - se esiste la possibilità di riformare la legge elettorale e, se questa non c'é, dovremmo considerare la possibilità di anticipare la legge finanziaria per il 2013 e votare in autunno». In marzo o aprile 2013, conclude Fassina, «dopo altra recessione e nuova disoccupazione, penso che la situazione politica ed economica sarebbe decisamente peggiore».

La smentita dei vertici
Parole dure, che provocano l'immediata reazione dei vertici del partito. «Il Pd conferma la posizione di sempre e cioè che le prossime elezioni si terranno nel 2013», chiarisce Stefano Di Traglia, portavoce del segretario Pier Luigi Bersani. La conferma che la linea del Pd non cambia arriva in fretta, ma non abbastanza da impedire le polemiche dentro e fuori il partito. Contro Fassina si scagliano Walter Verini («grave che un membro della segreteria che ha per di più la delicata responsabilità dell'economia, parli di elezioni anticipate») ed il presidente dei Liberal Pd: «In un momento complesso e delicato come quello che stiamo attraversando, occorre rafforzare, se possibile, il nostro sostegno al presidente Monti e al suo governo».

I favorevoli extra Pd
Favorevoli invece Oliviero Diliberto (Pdci) - «Fassina ha perfettamente ragione. Questo Parlamento è completamente screditato, non fotografa più il Paese e in più il governo Monti sta prendendo solo misure antipopolari» - ma anche il presidente dei deputati Idv, Massimo Donadi. Fassina, spiega, «ha preso atto di una realtà che è davanti agli occhi di tutti. Questo governo non ha più una maggioranza parlamentare in grado di fare le riforme e di esprimere una linea economica, politica e sociale univoca». Soddisfatto - per ragioni diverse - anche Osvaldo Napoli, vicecapogruppo Pdl alla Camera: «La dichiarazione di Fassina non deve destare meraviglia. Essa è soltanto il sintomo della confusione strategica che domina ai vertici del Pd». Per Napoli, «Fassina suggerisce l'azzardo del voto a ottobre. Con possibilità buone di vincere (ma anche di perdere) e con la certezza di non poter poi governare», osserva.

Fassina torna alla carica
Nel pomeriggio Fassina, esponente dell'ala di sinistra del Pd, conferma però il pressing sui vertici del partito. «Il Pdl in confusione - spiega in una intervista a Sky Tg24 - difficilmente convergerà nella riforma della legge elettorale che è la priorità. Se non si avvia un processo di riforma prima dell'estate si dovrebbe valutare la possibilità di anticipare la legge finanziaria del 2013 e poi valutare la possibilità di anticipare il voto. In un percorso aperto, senza colpi di testa».

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