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Questo articolo è stato pubblicato il 04 giugno 2012 alle ore 15:55.

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Dietrofront di Federico Pizzarotti sull'affaire Tavolazzi, l'ex grillino epurato da Beppe (ma lui dice da Gianroberto Casaleggio) che fino a poche ore fa sembrava essere sul punto di essere nominato Direttore Generale del Comune. Al momento il neo sindaco di Parma, che a breve dovrebbe anche rendere noto almeno il nome del primo assessore della sua Giunta, si tira indietro sulla questione direttore generale motivandola con la mancanza di risorse economiche sufficienti e aggiungendo che la figura del Dg non è più compresa nella pianta organica del municipio.

Questa retromarcia di Pizzarotti che, per la cronaca aveva chiesto la disponibilità a Valentino Tavolazzi per ricoprire il ruolo "incriminato" ancora prima di venire eletto sindaco, suona comunque strana. Soprattutto stona se si riprendono in mano le sue stesse dichiarazioni all'indomani dello scoppio della bomba dell'epurato. In sintesi Grillo (o Casaleggio, il guru del guru, secondo alcuni osservatori il burattinaio del Movimento, ruolo che lui ha smentito con decisione) a marzo espellono Tavolazzi, accusandolo di non attenersi al "Non statuto" del M5S.

A maggio Tavolazzi sembra poter rientrare dalla finestra, o almeno ci prova. Al momento non ci riesce. Così come, sembra non riuscire ad affrancarsi dai diktat dei leader nemmeno Pizzarotti che, pur avendo replicato al suo mentore «le nomine le decidiamo noi qua, siamo indipendenti da lui», alla fine sembra essersi piegato. E a cosa poi? A una logica che assomiglia parecchio a quella di un partito, per cui chi sta in alto decide e chi sta in basso obbedisce.

Che Grillo volesse selezionare il direttore generale del Comune di Parma, in effetti, era apparso chiarissimo con un post (poi scomparso) nel suo blog in cui invitava i candidati a inviare un curriculum per ricoprire la figura in questione. La mossa di Pizzarotti, che ha comunque precisato che la decisione sul direttore generale è in sospeso, a guardare con occhi esterni al Movimento 5 Stelle, sembra puntare dritta dritta verso un Partito 5 Stelle, un partito in cui l'indipendenza decisionale dei luogotenenti è subordinata alle decisioni del generale.

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