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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2012 alle ore 07:09.

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di Favio Pavesi

Di stress test in stress test la crisi delle banche spagnole continua a prendere in contropiede il Governo di Madrid e la Banca di Spagna.
Ora è la volta dei due auditor indipendenti stimare il fabbisogno di capitale in un range comnpreso tra 25 e 62 miliardi. Già una forchetta così ampia la dice lunga sulla nebulosità della situazione.

Negli stress test dell'Eba dello scorso dicembre di miliardi ne bastavano 26. E fa sorridere constatare che per Bankia solo 6 mesi fa l'Eba pronosticava un deficit di patrimonio di solo 1,3 miliardi. Come si è visto oggi Bankia abbisogna di 20 miliardi. Solo per dire che fare previsioni rischia di essere un esercizio di mera aleatorietà.

Non per i morsi della crisi, ma più che altro per l'opacità con cui finora le banche spagnole hanno compilato i loro bilanci come il caso Bankia dovrebbe aver ampiamente dimostrato. Con crediti evidentemente non recuperabili da tempo e che erano iscritti invece come prestiti ancora in bonis. Ma tant'è ecco le nuove simulazioni indipendenti. Anche gli analisti nei giorni scorsi si erano cimentati nel provare a capire quante perdite possono abbattersi sul sistema bancario spagnolo.

Perdite fino a 250 miliardi
Pochi giorni fa gli analisti di Credit Suisse se ne sono usciti con un rapporto da brivido. Il settore può arrivare a perdere fino a 250 miliardi, di cui 155 miliardi solo nel settore immobiliare e 94 sui crediti non immobiliari. Finora l'attenzione di molti si è soffermata sulla grande bolla immobiliare di Madrid. E quei 155 miliardi sono frutto di un taglio del 50% sull'intera esposizione al mattone che vale 294 miliardi. Taglio forse drastico ma la crisi spagnola sta insegnando che il modello irlandese non è poi così distante. In Irlanda il governo ha dovuto di fatto creare una bad bank pubblica che assorbisse le sofferenze del settore delle costruzioni crollato a piombo. Stesso copione a Madrid dove i prezzi immobiliari sono caduti del 30% le transazioni si sono fermate e non accenanno a ripartire 5 anni dopo lo scoppio della bolla immobiliare. Quella perdita del 50% sui crediti alle costruzioni non è poi così balzana.

Ma preoccupano anche gli altri crediti. Dai mutui al prestito al consumo ai prestiti alle imprese. Valgono oltre 1.300 miliardi e con la recessione che non si placa, la disoccupazione al 24% difficile che le sofferenze non facciano capolino anche lì. Gli analisti calcolano che almeno un 7% di quei volumi di credito totale potrebbero trasformarsi in sofferenze portando le perdite non immobiliari a 94 miliardi. E quindi il conto totale del passivo a 250 miliardi. Perdite che provocherebbero un buco patrimoniale di almeno 50 miliardi nell'intero sistema bancario del paese iberico.

Ecco chi rischia
Venti miliardi sono già in carico a Bankia, ma rischiano grosso gli istituti nazionalizzati come Ngb e CC in cui occorrerebbero capitali per 12 miliardi e le piccole casse di risparmio come IberCaja (deficit di -3,3 miliardi); Iberbank (-2,8 miliardi) fino alle quotate Banco Sabadell (-1,9 miliardi) e il Banco Popular cui servirebbero risorse per 1,4 miliardi. Certo è che tutto dipenderà dall'evoluzione del quadro macro-economico che però non dà segni di ripresa.

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