Giovani e occupazione, come si accede al mondo del lavoro
di Alessandro Rota Porta27 giugno 2012
3. Contratto a termine, pause obbligatorie più lunghe (art 1 – c 9)
(Corbis)
Novità in vista per il contratto a tempo determinato per il quale la riforma apporta modifiche sostanziali all'impianto normativo attualmente in vigore. Da un lato, per favorire le esigenze di flessibilità delle imprese, viene eliminato il cosiddetto causalone nell'ipotesi del primo rapporto a tempo determinato presso il singolo datore di lavoro ovvero presso l'utilizzatore, nel caso di prima missione nell'ambito della somministrazione. Il contratto a termine potrà così essere stipulato, per una durata massima di 12 mesi, senza che venga apposta la causale all'atto della stipula: inoltre le parti sociali – a livello nazionale o decentrato – avranno facoltà di prevedere che il requisito della motivazione possa essere omesso anche con riferimento a determinati processi aziendali. Più tutele invece per i lavoratori, date dal computo anche dei periodi prestati "in somministrazione" ai fini del tetto massimo di 36 mesi, effettuabili in veste di lavoratore a termine presso lo stesso datore di lavoro nonché dall'aumento delle pause obbligatorie tra un contratto e l'altro che sale da 10 a 60 giorni per i contratti inferiori a sei mesi e da 20 a 90 per quelli di durata superiore.
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