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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2012 alle ore 10:49.

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Anche «se non siamo in guerra» i «danni economici fin qui provocati dalla crisi sono equivalenti a quelli di un conflitto e a essere colpite sono state le parti più vitali e preziose del sistema Italia», ha rilevato il Centro studi di Confindustria nel rapporto sugli scenari economici, «La lunga crisi», presentato in viale dell'Astronomia. Colpite le parti «da cui dipende il futuro del Paese».

Squinzi: siamo in piena recessione
«I dati negativi ci confermano quello che avevamo già capito da privati cittadini: siamo in piena recessione e non ne usciremo tanto rapidamente». Così il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a margine della presentazione del rapporto di Centro Studi a chi gli chiedeva se gli scenari di guerra significano che siamo all'ultima spiaggia per l'Europa e per l'euro. Alla domanda se basteranno i provvedimenti che saranno adottati dall'Ue per tranquillizzare i mercati, il presidente di Confindustria ha aggiunto: «Io sono europeista convinto e totale. Se si prenderanno provvedimenti giusti ci saranno cambiamenti in meglio; l'importante é che si prendano provvedimenti con determinazione e li si porti avanti».

Squinzi: sull'orlo dell'abisso forse saremo capaci di dare il meglio di noi stessi
Squinzi chiudendo i lavoro del seminario del Csc si è augurato «che sull'orlo dell'abisso, forse, saremo capaci di dare il meglio di noi stessi». Il Paese, ha detto Squinzi «deve essere unito solidale determinato e mantenere la calma perchè noi siamo un paese particolare, di gente povera di risorse, ma ricca d'ingegno». Abbiamo bisgno, ha sottolineato Squinzi, «di una politica vera che sia capace di fissare obiettivi e strategie per ritrovare la realtà della crescita, che è assolutamente fondamentale per l'occupazione».

Squinzi: auspico un aggiustamento in senso costruttivo della riforma del lavoro
Ribadendo il giudizio negativo sulla riforma del lavoro il presidente dei Confindustria ha detto di augurarsi che «superata l'approvazione, ora si metta mano a un aggiustamento nel senso più costruttivo, soprattutto per le nostre imprese. Aldilà di qualche forzatura mediatica, ha aggiunto a margine del seminario del Csc, «è chiaro che noi non siamo assolutamente contenti del risultato della riforma del lavoro».

Squinzi: andare verso gli Stati Uniti d'Europa taglierebbe alla base la speculazione
«Auspico - ha sottolineato il numero uno di viale dell'Astronomia, Giorgio Squinzi - uno scenario in cui tutti concordino di andare verso gli Stati Uniti d'Europa perché questo sarebbe più tranquillizzante per tutti e taglierebbe alla base la speculazione». Squinzi ha ribadito di essere «un europeista convinto e totale. Se si prenderanno provvedimenti giusti ci saranno cambiamenti in meglio. L'importante é che si prendano provvedimenti con determinazione e li si porti avanti».

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