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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2012 alle ore 10:49.

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La vera liberalizzazione passa per la sburocratizzazione del Paese
La vera liberalizzazione, ha sottolineato Conti, «passa attraverso la capacità di dare concreto avvio a una capillare opera di "sburocratizzazione" del Paese». C'è la necessità di «delegiferare». «'Norme e regole complesse, spesso disarticolate e non coerenti tra di loro, procedure amministrative lente e farraginose ingessano l'intero sistema e, con le loro innumerevoli vischiosità - ha sottolinato Conti - producono quella che io chiamo "atarassia" amministrativa. Non è una responsabilità dei lavoratori della Pubblica amministrazione, ma piuttosto dell'accumulo di norme primarie e secondarie e della frammentazione dei sistemi, in cui è spesso difficile districarsi». Per Conti «'bisogna eliminare le norme che si sono stratificate nel tempo dotandoci di un quadro normativo semplificato e certo, che sia al contempo leggero, chiaro e prevedibile'».

Una diminuzione dell'inefficienza della Pa dell'!% comporterebbe un aumento del pil pro capite dello 0,9%
«Una diminuzione dell'1% dell'inefficienza della Pubblica amministrazione, misurata come difficoltà a raggiungere gli uffici pubblici, comporterebbe un incremento del pil pro capite dello 0,9 per cento», ha sottolineato Fulvio Conti. Per Conti, '«bisogna tagliare con decisione tutte le inefficienze, eliminare i tanti sprechi di risorse, le storie di assenteismo, le dispute e contrapposizioni ma anche migliorare i servizi sociali spesso poveri e inadeguati'». Per il futuro, ha aggiunto, «bisogna cambiare passo, ripensando una ristrutturazione radicale e decisa dell'architettura burocratica e un'armonizzazione delle procedure amministrative che potrebbero liberare risorse da iniettare come linfa vitale nel nostro Paese, orami esausto».

Riforme, fatti passi avanti ma l'opera è lontana dall'essere terminata
In tema di riforme, rileva lo studio di Confindustria, sono stati fatti «passi enormi, impensabili fino a un anno fa, e altri sono in cantiere sulle questioni fondamentali della pubblica amministrazione e della giustizia. Confindustria sottolinea però che «l'opera delle riforme é comunque lontana dall'essere terminata».

La spending review nel 2013 avrà effetti positivi su Pil, consumi e occupazione
La spending review nel 2013 avrà affetti positivi su pil, consumi e occupazione, rileva il centro studi Confindustria precisando che simulando gli effetti della sostituzione dell'aumento dell'iva, con i risparmi ottenuti dalla spending review il pil l'anno venturo risulterebbe dello 0,24% più elevato, i consumi dello 0,67% e gli investimenti dello 0,51%, con 27 mila occupati in più.

Il ritorno alla lira si tradurrebbe per gli italiani nella più colossale patrimoniale mai varata
«Il ritorno alla lira si tradurrebbe per gli italiani nella più colossale patrimoniale mai varata», ha precisato Confindustria nelle previsioni del Centro Studi contenute negli scenari economici. Per la confederazione, infatti, il ritorno alla lira sarebbe la più grande patrimoniale mai varate «sia per gli effetti diretti sul valore delle attività delle famiglie e del loro reddito sia perché davvero le ricchezze private, ovunque detenute (anche illecitamente), verrebbero inevitabilmente sottoposte a una radicale tosatura per ristabilire un po' di ordine nel bilancio pubblico e nella giustizia sociale, di fronte al profondo impoverimento della maggioranza della popolazione».

Anche la Germania spaventata dalla dissoluzione dell'euro
Confindustria ricorda che in «Germania hanno cominciato a guardare e a far guardare l'opinione pubblica dentro l'abisso della dissoluzione dell'euro e si sono spaventati: secondo uno studio del ministero delle Finanze nel solo primo anno seguente alla morte dell'euro il Pil tedesco crollerebbe di quasi il 10% e la disoccupazione raddoppierebbe. Cifre la cui attendibilità é difficile da valutare perché non c'é modello econometrico che possa con fondatezza dar conto delle incalcolabili conseguenze economiche, sociali e geopolitiche della scomparsa della moneta unica».

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