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Questo articolo è stato pubblicato il 29 giugno 2012 alle ore 07:04.

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BRUXELLES - È' terminato alle 4 del mattino con una serie di decisioni importanti un incontro dei capi di stato e di governo della zona euro questa notte a Bruxelles. Dopo sette ore di trattative i 17 hanno deciso di modificare nella sostanza il modo in cui vengono utilizzati i fondi europei di stabilità finanziaria EFSF ed ESM, tra le altre cose venendo incontro in parte alle richieste italiane di un meccanismo anti-spread.

In un comunicato, i paesi della zona euro hanno spiegato che l'ESM potrà ricapitalizzare le banche direttamente, e non più attraverso i governi nazionali. Questa possibilità potrà essere adottata non appena ci sarà una sorveglianza unica a livello europeo. «La Commissione presenterà a breve proposte per attivare l'articolo 127/6 dei Trattati» che permette il passaggio della vigilanza bancaria alla Banca centrale europea.

Gli aiuti bancari verranno anche in questo caso sottoposti a «condizioni appropriate». L'obiettivo è quello di spezzare il drammatico circolo vizioso tra bilanci bancari e bilanci sovrani. Inoltre i paesi della zona euro hanno deciso di venire incontro all'Italia, che negli scorsi giorni aveva chiesto la possibilità di godere degli aiuti dell'EFSF e dell'ESM senza condizioni particolari, e senza il controllo della Troika.

«Riaffermiamo – si legge nel comunicato - il nostro forte impegno a fare tutto il necessario per assicurare la stabilità finanziaria della zona euro e in particolare di utilizzare gli strumenti esistenti EFSF/ESM in modo efficiente e flessibile per stabilizzare i mercati dei paesi membri che rispettano le specifiche raccomandazioni (della Commissione, ndr) e gli altri impegni, ivi compresi i diversi scadenziari».

Quest'ultimo punto è stato fortemente voluto dall'Italia, che ieri sera aveva a sorpresa posto il veto alle conclusioni del vertice in attesa di capire se avrebbe potuto strappare una specie di meccanismo per raffreddare le tensioni sui mercati e ridurre gli aumenti dei rendimenti obbligazionari. Lo strumento messo a punto questa notte non è automatico e richiederà da parte del paese la firma di un protocollo d'intesa.

Tuttavia, il meccanismo così come è stato concepito non prevede condizioni ulteriori per tutti quei paesi che già rispettano gli impegni presi con le autorità comunitarie. «Le misure a breve sulla stabilizzazione della zona euro sono un fatto molto positivo per la zona euro e una duplice soddisfazione per l'Italia che ne ha stimolato il processo», ha spiegato questa mattina presto il premier italiano Mario Monti.

Infine, tra le decisioni anche la scelta di togliere ai prestiti dell'ESM la qualifica di creditore privilegiato. Questo particolare aveva provocato una vendita di titoli di stato spagnoli da parte di investitori internazionali preoccupati di rimanere svantaggiati nel caso di una ristrutturazione del debito pubblico. Dopo l'accordo di stanotte il veto italiano alle conclusioni del vertice può considerarsi tolto.

L'esito dell'incontro tra i 17 è stato sorprendentemente ricco di decisioni radicali. Da mesi i paesi della zona euro discutevano di modificare l'uso dell'EFSF e dell'ESM, abbandonando rigide modalità di utilizzo volute nel 2011 dalla Germania. Il riacutizzarsi della crisi ha indotto il governo federale ad accettare cambiamenti sostanziosi. La stessa sorveglianza creditizia centralizzata è nei fatti un primo tassello verso una unione bancaria. I tempi non saranno rapidissimi, ma la strada è segnata.

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