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Questo articolo è stato pubblicato il 02 luglio 2012 alle ore 18:21.

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Torna un tedesco alla guida della Dottrina della Fede, il più "piccolo" tra i dicasteri vaticani ma quello che forse ha il peso specifico maggiore dentro la Curia dal momento che è il custode dell'ortodossia. Ieri Benedetto XVI - che ha guidato l'ex Sant'Uffizio per 23 anni - ha nominato Gerhard Ludwig Müller, vescovo di Ratisbona, che dopo mesi di attese prende il posto del cardinale americano William Joseph Levada. Da tempo si parlava di una sostituzione, ma evidentemente il Papa ha atteso che il porporato che nel 2005 mise al suo posto compisse 76 anni, gestendo quindi una transizione senza traumi.

Ma la nomina di Muller - 64 anni, originario di Maenz - contiene delle originalità davvero importanti. Infatti è considerato molto vicino alle idee della teologia della liberazione, la corrente ("creata" dal prete domenicano peruviano Gustavo Gutierrez, amico di Muller) che dilagò in America Latina tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80 e che fu condannata pesantemente da Giovanni Paolo II e dallo stesso Ratzinger, che da allora fu percepito come un duro esecutore della linea conservatice della Chiesa. Anche se documenti pubblicati nel tempo rivelavano un atteggiamento anche di attenzione, visto che la teologia della liberazione è ancora ben presente e radicata.

In realtà da tempo l'aria era cambiata, visto la recente nomina a prefetto della Congregazione dei religiosi dell'arcivescovo brasiliano João Braz de Aviz, che quando lo scorso febbraio arrivò a Roma, rilasciò un'intervista sull'Osservatore Romano nella quale spiegò che la teologia della liberazione «non è solo utile ma anche necessaria». Perché ha permesso alla Chiesa di scoprire «l'opzione preferenziale per i poveri», che è una «opzione evangelica».

Insomma, nomine molto «aperturiste» che sembrano marcare un cambio di passo rispetto a un linea tenuta negli ultimi anni. Come quella del vescovo di Terni, Vincenzo Paglia, alla guida del dicastero della famiglia: Paglia - uno dei fondatori della Comunità di Sant'Egidio - è considerato uno dei presuli maggiormente aperti e sensibili alle tematiche sociali, dall'immigrazioen alla lotta all'Aids.

Non solo. Il Papa ha promosso Archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa l'arcivescovo francese Jean-Louis Brugues, finora Segretario della Congregazione per l'Educazione cattolica. Brugues - laureato alla prestigiosa Ena, la fucina dei grand commis francesi - è considerato aperto e uomo di mediazione nelle controversie che hanno riguardato le università cattoliche in questi anni.

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