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Questo articolo è stato pubblicato il 10 luglio 2012 alle ore 16:00.

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L'Italia potrebbe però avere bisogno di «un sostegno temporaneo con acquisti su mercato secondario e primario di titoli» per «contenere» le fluttuazioni degli spread «e non un aiuto per sanare «gli squilibri» e pagare gli stipendi degli impiegati pubblici «come in Grecia». Lo ha sottolineato il premier Mario Monti, nella conferenza stampa a Bruxelles.

«Volontà di salvare l'euro»
Anche le conclusioni dell'Eurogruppo e dell'Ecofin testimoniano la «volontà di fare tutto ciò che è necessario per salvaguardare la nostra moneta e far progredire il progetto politico europeo». Monti ha spiegato di essere «convinto dell'importanza delle proposte delineate nel "rapporto dei quattro": questo processo dovrà condurci verso il traguardo di una vera e propria, genuina come dice il testo inglese, unione ecoomica e monetaria. L'aver posto questo obiettivo è di per sè un importante segnale per i cittadini e i mercati sulla volontà di fare tutto ciò che è necessario per salavaguardare la nostra moneta e far progredire il progetto politico europeo».

«Non resterò dopo il 2013»
«Escludo di considerare una esperienza di governo, per quanto mi riguarda, che vada oltre la scadenza delle prossime elezioni. Naturalmente sono, e resterò anche dopo di allora, membro del Parlamento in quanto senatore a vita».

Ma sullo spread peserà cosa farà l'Italia dopo il 2013
Se nel novembre scorso ciò che questo governo doveva fare aveva un peso rilevante sull'andamento dello spread o sulla volontà di fare investimenti industriali in Italia, man mano che ci si avvicina al 2013 diventa predominante il giudizio che i mercati danno a ciò che sarà la capacità di governance dell'Italia. È questo, in sintesi, il ragionamento di Mario Monti sull'andamento negativo dello spread. «Questo - ha detto - viene determinato anche da quelle riforme che, finita questa breve esperienza (di Governo, ndr), hanno un peso maggiore rispetto a novembre quando gli occhi dei mercati erano tutti su ciò che avrebbe potuto fare questo governo. Quando saremo a gennaio - ha concluso Monti - sarà quasi irrilevante cosa potrà fare il governo diventando di peso predominante l'altro aspetto».

«Ardito dire che Italia non avrà bisogno di aiuti»
Monti continua a ritenere che l'Italia non avrà bisogno di fare ricorso allo scudo anti-spread ma ritiene che sarebbe «ardito» escluderlo di sicuro per il futuro. «Sarebbe ardito dire l'Italia non avrà mai bisogno di questo o di quel fondo. Il principio della prudenza induce a non dirlo», ha aggiunto. L'Italia potrebbe però avere bisogno di «un sostegno temporaneo con acquisti su mercato secondario e primario di titoli» per «contenere» le fluttuazioni degli spread «e non un aiuto per sanare «gli squilibri» e pagare gli stipendi degli impiegati pubblici «come in Grecia».

Verso l'unione economica e bancaria
Del resto, ha osservato Monti, «più si va a fondo per risolvere i problemi più gravi e immediati e più si vede che è difficile farlo senza muovere un passo verso l'unione economica e monetaria».

«Si lavora su intervento Esm per le banche»
«Fra le novità su cui si lavorerà da settembre c'è l'intervento diretto dell'Esm nella ricapitalizzazione delle banche», ha aggiunto Monti. «I Paesi virtuosì potranno chiedere l'intervento del meccanismo anti-spread firmando un memorandum d'intesa leggero, «non un memorandum plus come quello dei paesi sotto assistenza, che sono soggetti alla troika».

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