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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2012 alle ore 15:26.

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Il tribunale di Torino ha respinto il ricorso di quattro ex operai dello stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco iscritti allo Slai Cobas che lamentavano discriminazioni nei criteri di assunzione della newco Fip (Fabbrica Italia Pomigliano). In particolare le quattro tute blu, dipendenti della società Fiat Group Automobiles (azienda di cui il Lingotto ha disposto la cessazione di attività entro il luglio del 2013) chiedevano il trasferimento automatico nella newco. Il tribunale ha detto no. La sentenza va in senso opposto a quella del tribunale di Roma che nelle scorse settimane ha stabilito che la Fiat deve assumere 145 dipendenti iscritti alla Fiom. Il sindacato farà ricorso e non esclude di rivolgersi anche alla Corte europea.

L'avvocato dell'azienda: Fabbrica Italia decide se assumere
«Pochi giorni dopo l'anomala decisione del Tribunale di Roma - commenta l'avvocato Diego Dirutigliano, del collegio difensivo dell'azienda automobilistica - viene ora riconosciuto in modo netto a Fabbrica Italia il diritto di decidere se, quando e chi assumere». L'avvocato Sergio Bonetto, per i ricorrenti, spiega invece che la sentenza può essere interpretata in modi diversi: «Dal momento che noi chiedevamo la riassunzione immediata - afferma - è possibile che il tribunale abbia deciso che questo diritto possa essere riconosciuto non adesso, ma in un secondo momento. Lo scopriremo con la lettura delle motivazioni. E se sarà necessario ricorreremo in appello».

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