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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2012 alle ore 15:07.

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Mahmoud Ahmanidejad (Reuters)Mahmoud Ahmanidejad (Reuters)

Impasse Siria, si profila la mediazione di Teheran. L'Iran è pronto a organizzare a Teheran un incontro tra il regime di Damasco e l'opposizione per risolvere in conflitto in corso in Siria. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri iraniano, Ali Akbar Salehi ai microfoni della televisione araba Al-Alam. Il sangue continua a scorrere: l'Osservatorio siriano per i diritti umani segnala che le truppe siriane hanno bombardato diverse zone a Deir Ezzor, nell'est del Paese, e ad Hama e Homs, nel centro, uccidendo almeno nove persone. L'Ocha, l'ufficio delle Nazioni Unite il coordinamento degli affari umanitari, lancia l'allarme: le operazioni umanitarie dell'Onu nel Paese rischiano di dover essere ampiamente ridotte a causa della penuria di fondi: sarà decisivo il forum dei donatori in programma domani a Ginevra.

Kofi Annan a Mosca, Putin: sostegno al suo piano
Continua lo sforzo diplomatico per mettere fine alle violenze. Si protrarrà almeno fino al 17 luglio la missione in Russia che Kofi Annan, inviato speciale congiunto delle Nazioni Unite e della Lega Araba per la crisi in Siria, intraprenderà da domani: lo ha annunciato l'ufficio stampa del Cremlino, secondo cui il presidente russo martedì riceverà a Mosca l'ex segretario generale dell'Onu. In occasione della riunione, Putin «sottolineerà» e ribadirà ad Annan il «sostegno» del proprio Paese, storico alleato del regime di Bashar al-Assad, al suo piano di pace in sei punti. Lo stesso inviato del Palazzo di Vetro aveva affermato di contare d'incontrare anche il leader del Cremlino oltre al ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, con il quale era già in programma un colloquio.

Il regime smentisce: a Tremsa «semplice scontro tra forze regolari»
Muro contro mutro tra Damasco e Kofi Annan. Il regime ha smentito il comunicato ufficiale con cui l'altroieri l'inviato speciale congiunto di Onu e Lega Araba aveva condannato le «atrocità» perpetrate il giorno prima in Siria dai lealisti a Tremsa, villaggio situato nella provincia centrale di Hama, dove sarebbero state trucidate oltre duecento persone. Nel corso di una conferenza stampa a Damasco il portavoce del ministero degli Esteri siriano, Jihad Makdissi, ha sostenuto infatti che quanto avvenuto a Tremsa non é stato un «massacro», come denunciato da gran parte della comunità internazionale, bensì é stato dovuto a un «semplice scontro tra le forze regolari» e non meglio precisati «gruppi armati i quali non credono in una soluzione pacifica».

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