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Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2012 alle ore 09:50.

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Marcello Dell'Utri è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura della Repubblica di Palermo per l'ipotesi di estorsione ai danni di Silvio Berlusconi. Marina Berlusconi, presidente di Fininvest, é stata invece convocata come teste e come parte offesa nell'ambito della stessa indagine palermitana a carico del senatore Pdl. Questi gli ultimi sviluppi dell'inchiesta siciliana sulla trattativa Stato-mafia, per la quale lo stesso ex premier era stato convocato lunedì a Palermo dai pm come teste. Berlusconi non si è presentato, opponendo il legittimo impedimento.

il "nodo" del valore immobiliare
Gli inquirenti avrebbero voluto sentire Berlusconi in particolare per approfondire un aspetto: i presunti rapporti tra Marcello Dell'Utri ed esponenti mafiosi. La notizia dell'iscrizione di Dell'Utri tra gli indagati era stata già adombrata dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia in un'intervista a "Libero" il mese scorso, in cui aveva parlato di una «estorsione politica» di cui Dell'Utri si sarebbe fatto «portatore» quando Berlusconi era presidente del Consiglio. Secondo quanto scrive oggi Repubblica, riferendosi sempre alla convocazione dell'ex premier come testimone, i pm sarebbero interessati a chiedere all'ex premier di alcune spese fatte per conto di Dell'Utri o di «prestiti infruttiferi» fattigli negli ultimi anni. Fra i nodi che gli inquirenti vorrebbero sciogliere, quello relativo all'acquisto da parte dell'ex premier della villa di Dell'Utri sul lago di Como per quasi 21 milioni di euro, a fronte di un valore dell'immobile che sarebbe stimato in circa nove milioni di euro. Da qui la decisione di indagare Dell'Utri per il reato di estorsione, confermata oggi da fonti della procura siciliana.

La reazione del Pdl
Immediata la reazione del Pdl alla notizia dell'accusa di estorsione per Dell'Utri. «Ancora una volta, come troppe altre volte - rileva una nota del segretario Angelino Alfano - apprendiamo dell'ennesima replica di uno stanco copione. Si avvicinano le urne e torna il desidero di aprire la campagna elettorale per via giudiziaria». Per il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto, «è evidente che siamo davanti al coronamento di tutta una campagna politico-mediatica giudiziaria da parte di una procura che intende svolgere un ruolo politico fondamentale nella dialettica politica italiana».

Concorso esterno, nuovo processo
Nell'inchiesta di Palermo Marcello Dell'Utri è indagato insieme, tra gli altri, all'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino, al senatore Calogero Mannino e ai generali dei carabinieri Mario Mori e Antonio Subranni. Dell'Utri è già stato condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa; condanna prima confermata in appello, poi annullata con rinvio dalla Cassazione. Il nuovo processo d'appello è iniziato proprio oggi, sempre a Palermo. Nella prima udienza, il procuratore generale Luigi Patronaggio ha chiesto alla Corte di citare come testimone Silvio Berlusconi. Nel primo processo Berlusconi era stato già citato, ma in veste di indagato di reato connesso, e aveva potuto perciò avvalersi della
facoltà di non rispondere, che da testimone non potrebbe esercitare. Parlando con i giornalisti a palazzo di giustizia, a margine della prima udienza del nuovo processo a suo carico, Dell'Utri ha commentato: «Questo é un processo politico, non lo avete ancora capito? I magistrati sono malati, morbosi, ma non riesco nemmeno a volergli male».

Dell'Utri: mai ricattato nessuno
Netto anche il commento agli ultimi sviluppi giudiziari che lo vedono coinvolto: «Io non ho ricattato nessuno, soprattutto il mio amico Silvio». Quanto al valore contestato della villa che ha indotto i pm ad aprire un fascicolo per estorsione Dell'Utri ha spiegato: «Io l'avevo messa in vendita anni fa per 30 milioni e il valore é questo», anche se il prezzo poi è sceso parecchio: «io ci ho perso perché la villa l'ho venduta 20 e vale 30». Contestata anche la perizia del '94 che aveva valutato la villa attorno ai 9 milioni di euro: «In quel periodo la casa era ancora in costruzione e quindi il valore era sulla carta».

Ingroia non smentisce
Reazioni diverse invece sui due fronti dei magistrati e dell'ex premier alla diffusione della notizia della convocazione di Berlusconi a Palermo riportata da alcuni quotidiani. «Non smentisco le indiscrezioni giornalistiche», ha spiegato questa mattina a Sky Tg24 il pm Ingroia, mentre una nota di Palazzo Grazioli, sede romana di Silvio Berlusconi sottolinea come «tutte le dichiarazioni attribuite stamani dal quotidiano "La Repubblica" al Presidente Berlusconi, in merito alla vicenda di Palermo, sono destituite di ogni fondamento».

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