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Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2012 alle ore 12:40.

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Il Consiglio d'Europa «invita la Santa Sede a rafforzare il proprio regime di vigilanza». Questa la sintesi fatta dal comunicato che accompagna la pubblicazione del primo rapporto Moneyval (la divisione del Consiglio che valuta i sistemi antiriciclaggio) con cui viene valutato il sistema antiriciclaggio della Santa Sede. Ettore Balestrero, capo-delegazione del vaticano presso Moneyval, ha espresso «soddisfazione per i risultati raggiunti, temperata dalla consapevolezza di ciò che si deve ancora compiere».

Raccomandazioni centrali, conformità parziale
Delle 45 raccomandazioni del Gafi (Gruppo d'azione finanziaria internazionale contro il riciclaggio di capitali) reputate applicabili nel caso specifico, «la Santa Sede è stata giudicata non conforme o parzialmente conforme a 23 (51%) e conforme o largamente conforme alle rimanenti 22 (49%)». Il sistema vaticano risulta comunque conforme o «largamente conforme» in nove delle 16 raccomandazioni centrali, su aspetti come il contrasto al riciclaggio di denaro, le misure di confisca, le leggi sulla riservatezza, la documentazione, l'assistenza legale reciproca, il trattamento penale del finanziamento del terrorismo, la cooperazione internazionale e altri.

Giudizio «conforme» per le convenzioni
I giudizi di «non conformità» o «parziale conformità» riguardano invece la customer due diligence, la segnalazione delle operazioni sospette, la regolazione, supervisione e monitoraggio, le altre forme di cooperazione, l'implementazione degli strumenti Onu, il congelamento e la confisca degli asset terroristici.

Vaticano: primo passo positivo
Nel corso di un briefing con la stampa seguito alla pubblicazione del Rapporto, il Vaticano ha affidato la valutazione sul report al capo delegazione della Santa Sede nella trattativa a Strasburgo, il sottosegretario per i rapporti con gli Stati monsignor Ettore Balestrero. «Abbiamo compiuto un passo definitivo, ponendo le fondamenta di un sistema di lotta al riciclaggio ed al finanziamento del terrorismo, che sia solido e sostenibile», ha spiegato Balestrero. Il prossimo passo sarà la costruzione di «un "edificio" che dimostri la volontà della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano di essere un partner affidabile nella comunità internazionale».

Impegno morale all'adeguamento
Tra le 16 Raccomandazioni Gafi essenziali per la lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo, «vi sono 7 aree alle quali la Santa Sede deve e vuole prestare particolare attenzione». «Per la Santa Sede - ha scandito - questo percorso rappresenta, anzitutto, un impegno morale e non strettamente tecnico». L'impegno sul piano morale – ha proseguito il prelato – deve «essere accompagnato dalla conformità e dall'effettiva attuazione degli standard internazionali per la lotta del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo. La conformità e l'attuazione effettiva degli standard internazionali sono del resto ciò che rende concreto l'impegno morale».

I rapporti con l'Italia
«Il rating assegnato alla Santa Sede per quello che riguarda la cooperazione legale internazionale - ha sottolineato ancora Balestrero - è "largely compliant", "ampiamente conforme". Nell'ambito della cooperazione giudiziaria abbiamo dato le informazioni richieste e si intende continuare a collaborare in questa stessa direzione». A una domanda su una presunta tensione nella plenaria di Strasburgo per rilievi mossi dalla delegazione italiana sulla cooperazione legale, quindi con riferimento alle rogatorie, Balestrero ha replicato: «L'Italia è una realtà grande, i rapporti sono buoni, molti buoni, per quanto riguarda questo processo ci sono state alcune difficoltà ma da parte della Santa Sede c'è la volontà di costruire un sistema solido e robusto».

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