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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2012 alle ore 19:52.

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La crisi economica raffredda da mesi la domanda interna, che ha sua volta ha inciso sul forte rallentamento delle importazioni nel corso del 2011. In questo scenario, «quest'anno per la prima volta dopo 12 anni l'Italia torna al pareggio della bilancia commerciale». L'annuncio arriva da Riccardo Monti, presidente dell'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane - la "nuova Ice" - nel corso della presentazione del Rapporto Ice 2011-12.

Conti con l'estero in miglioramento
Come era già accaduto in precedenti fasi di crisi, la riduzione della domanda nazionale si è tradotta in un miglioramento dei conti con l'estero, con riflessi sul disavanzo corrente della bilancia dei pagamenti, sceso dal 3,5 al 3,3% del Pil tra il 2010 e il 2011. Parzialmente positive anche gli ultimi dati sul fronte delle esportazioni nazionali, rallentate nel 2011 per effetto della crisi ma rimaste l'anno scorso l0'unica componente positiva della domanda, aumentando del 5,6% nella media dell'anno, mentre al propensione ad esportare (il rapporto tra esportazioni di beni e servizi e Pil a prezzi costanti) è salita al 28,4%, avvicinandosi alla media di altri grandi paesi Ue.

Esportazioni, a giugno 2012 spazio all'ottimismo

Positivi anche i primi 5 mesi del 2012, con un incremento delle esportazioni del 3,9% rispetto allo stesso periodo del 2011, ed un surplus della bilancia commerciale di oltre un miliardo di euro nel solo mese di maggio, grazie al "traino" di una crescita delle vendite sui mercati esteri superiore alla media nazionale per Puglia (+10,1%) e Campania (+7,5%). Anche giugno dà spazio ad un certo ottimismo: il mese scorso, ha spiegato il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, intervenuto alla presentazione del rapporto «il nostro sistema delle esportazioni ha dato segnali di vitalità». Pur risentendo della crisi economica - ha aggiunto - «é reattivo ed é riuscito a recuperare i livelli ante crisi». A conferma, Giovannini ha citato la forte dinamicità delle esportazioni verso Paesi extraeuropei (+9,3% nei primi cinque mesi del 2012) e una leggera contrazione dell'esportazione verso i Paesi europei (-0,1% nei primi cinque mesi dell'anno). La crescita della domanda estera, ha aggiunto, «é il "gancio" per lo sviluppo: l'unico elemento che, anche in prospettiva, può aumentare la crescita», anche se l'Italia sconta «la miriade di piccole e medie imprese che esportano in modo episodico».

Monti (Ice): export, imprese da riposizionare
Scorrendo i dati del rapporto emerge come nel 2012 il commercio mondiale è previsto in crescita del 3,8% (+5,7% nel 2013), anche se è atteso, ha sottolineato Giovannini un «leggero contenimento della nostra quota», anche se «il punto chiave è sì crescere, ma soprattutto far sì che la domanda estera netta contribuisca alla crescita del Pil». Per il presidente dell'Ice, i dati dei primi cinque mesi del 2012 evidenziano la priorità, per le imprese italiane, di un riposizionamento nelle aree ad alta crescita: «è urgente ripartire con una campagna promozionale che aiuti le imprese nella internazionalizzazione con iniziative moderne e integrate obiettivo della nuova agenzia».

Esportazioni, la classifica delle regioni
Le tabelle del rapporto confermano, nella graduatoria delle regioni esportatrici, il ruolo del nord Italia, con in testa la Lombradia (28% la quota sulle esportazioni nazionali nel 2011, +10% sul 2010) ed il Veneto (13,5%, +10%), seguite da Emilia-Romagna (12,9%, +13,1%) e Piemonte (10,4%, +11,8%). Nelle prime cinque posizioni anche la Toscana, con una quota dell'8,1% nel 2011, in crescita dell'8% sull'anno precedente.

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