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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2012 alle ore 18:31.

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Il quartiere di Qaboon a Damasco è stato preso d'assalto per la prima volta con carri armati dell'esercito siriano. Lo ha affermato l'Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh), sottolineando di "temere un massacro" nella zona.
"Oltre 15 carri armati e veicoli blindati per il trasporto delle truppe hanno preso d'assalto la principale arteria del quartiere di Qaboon dove si temono massacri", ha detto Rami Abdel Rahmane, capo dell'Osdh.

All'Onu non è passata la risoluzione
La Russia e la Cina hanno posto il veto su una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu che intendeva imporre nuove sanzioni sul regime del presidente siriano Bashar al-Assad. È la terza volta, in nove mesi, che Russia e Cina hanno usato il loro potere di veto all'interno del consiglio per bloccare le risoluzioni contro il regime siriano. Al voto odierno, la nuova risoluzione ha ottenuto 11 voti a favore, Russia e Cina contro e due astensioni. All'indomani dell'attentato che ha decapitato il gotha della sicurezza interna della Siria, é giallo sulla sorte di Assad. È fuggito a Latakia. No, é ancora a Damasco. Il 'rais' non ha fatto dichiarazioni né é comparso in tv dopo il colpo arrivato al cuore del potere e c'é chi ipotizza che abbia già lasciato Damasco: direzione il palazzo presidenziale a Latakia, sulla costa nordmediterranea del Paese, dove é più alta la concentrazione di alawiti. Ma il regime smentisce: Assad é a Damasco, ha detto una fonte ufficiale, al lavoro come tutti i giorni, nel suo ufficio per pianificare la risposta del governo. Nelle ultime ore é anche circolata la voce che Asma, la bella moglie con passaporto britannico, abbia trovato riparo in Russia; secondo il quotidiano al Quds al-Araby, mercoledì un aereo presidenziale é partito da Damasco diretto verso una destinazione sconosciuta. Mosca però nega qualsiasi ruolo e soprattutto smentisce di voler prendere in carico il presidente siriano, nel caso questi decidesse di lasciare la Siria. Lo ha detto un autorevole collaboratore del presidente russo, Vladimir Putin, aggiungendo di non sapere nulla di un eventuale piano per farlo arrivare a Mosca.
Nell'incertezza sulla sua sorte, a Damasco si combatte, in mattinata sono state sentite esplosioni vicino alla sede del Consiglio dei Ministri. La tv di Stato siriana ha avvertito la cittadinanza che a Damasco potrebbero aggirarsi uomini armati, con indosso finte uniformi militari, pronti ad attaccare la popolazione. L'opposizione in realtà accusa le forze di sicurezza di aver usato l'artiglieria pesante per attaccare aree ribelli come Tadamon e Midan e così messo in fuga gli abitanti; e accusa i miliziani pro-Assad, i temibili 'shabihà, di aver razziato le zone controllate dall'opposizione, nella capitale. Intanto, rientra a Ginevra il capo degli osservatori Onu in Siria: domani scade il mandato di 90 giorni dato dalle Nazioni Unite alla missione di monitoraggio dell'Onu (Unsmis), e per lui per adesso non c'é più nulla da fare. Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu deciderà nelle prossime ore se estendere il mandato di altri 45 giorni. L'attentato di Damasco é «l'inizio della fine», ha detto il Cns. Intanto l'amministrazione Obama si prepara al dopo Assad e ha valutato, insieme al governo israeliano, la possibilità di un attacco mirato da parte degli aerei con la 'stella di David' agli arsenali militari, quelli dove ci sono le armi chimiche.

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