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Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2012 alle ore 14:46.

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Flussi e codici cifrati
Ciò che il monitor del computer riporta alla luce è qualcosa di ben diverso dalla lista già finita nelle mani dei magistrati italiani. Qui, infatti, non ci sono soltanto dei nomi. C'è la vita di una banca, e con essa anche gli identikit dei suoi clienti. Ci sono i flussi finanziari, le triangolazioni, i nomi delle società schermo dietro le quali si celano le ricchezze, ci sono tracce che sono oro per le autorità fiscali e giudiziarie alla perenne caccia di quei 120 miliardi di euro sottratti ogni anno dall'evasione fiscale.

Le ore passano ed ecco comparire un foglio excel. Incolonnate ci sono le informazioni sui depositi bancari dei clienti della Hsbc Private Bank. Nella prima colonna ecco i codici cifrati. A ognuno di essi corrisponde un intestatario, il cui nome non compare però sul monitor. È necessario un colpo di mouse sulla stringa di numeri per sapere chi si nasconde dietro quelle cifre. Il più delle volte non sono persone fisiche. Solo nel 10% dei casi a un conto cifrato corrisponde un'identità con nome e cognome. Quasi sempre, invece, si tratta di società o di trust che hanno sede nei paradisi fiscali.

Capire chi siano i reali proprietari dei conti è dunque un'impresa ardua. Spesso sono scatole vuote controllate da altre società domiciliate come al solito in un centro off shore e amministrate da anonimi professionisti del luogo o con uffici a Londra. Ed è pressoché impossibile svelare i proprietari delle società panamensi, paradiso fiscale dove la legge permette le azioni al portatore: possiede la società di chi in quel momento ha in tasca fisicamente i titoli e non è detto che il proprietario sia una persona fisica, quasi sempre è un'altra società o un trust. Non è un caso che a Montecarlo la stragrande maggioranza delle compravendite di immobili avvenga proprio attraverso società panamensi. Ed è questo uno dei motivi per cui numerosi italiani, clienti della filiale ginevrina della Hsbc, sono sfuggiti alla lista Falciani: titolari dei conti erano infatti società straniere e poco importa se dietro queste si nascondevano degli italiani.

Il ruolo dei software
Tra le informazioni che compaiono sullo schermo, codici di tre cifre consentono di identificare in quale filiale il cliente ha messo i soldi al sicuro e stringhe di numeri segnalano i codici Iban degli altri depositi aperti dallo stesso cliente. Per capire quali transazioni siano state effettuate bisognerebbe visionare altri file: alla Hsbc ogni tipologia di operazione viaggiava su un software distinto. Mettere insieme tutte le informazioni di uno stesso cliente è un lavoro che richiede un impegno di giorni.

La nostra fonte non smette mai di parlare. Schermata dopo schermata spiega cosa significhino quei numeri e svela un sistema che sarebbe utilizzato da alcune banche internazionali. Un meccanismo di occultamento delle informazioni semplice e complesso al tempo stesso. Non c'è modo di verificare, bisogna fidarsi delle sue parole. I gestori dei patrimoni dei clienti utilizzerebbero account di posta elettronica personale, come per esempio hotmail.com, per immagazzinare informazioni che la banca non potrebbe possedere o che vuole celare. Ogni gestore disporrebbe di tre o quattro account dove un software smisterebbe automaticamente pezzi di informazioni spezzettandole a caso. Se anche le autorità giudiziarie dovessero individuare l'account, davanti ai loro occhi apparirebbero numeri e annotazioni senza alcun senso. A gestire il meccanismo sarebbe un software che consente al gestore, digitando il codice del cliente, di richiamare tutte le informazioni e farle comparire nella loro interezza sul suo monitor. Un sistema a prova di bomba che fa capire quanto le armi a disposizione delle autorità fiscali siano come coltelli spuntati.

L'affaire Sarkozy
In questo gioco di specchi e di file nascosti, dove ciò che appare non sempre è ciò che è, a complicare la storia si aggiunge il mistero dei nomi mancanti. Secondo il sito online francese Mediapart alcune identità sarebbero state occultate. Per esempio, quella di Patrice de Maistre, gestore dei fondi di Liliane Bettencourt, la 96enne proprietaria de L'Oréal con una fortuna personale di 17 miliardi di euro. Il nome di de Maistre – che pure era presente nella lista originale – sarebbe scomparso dall 'elenco diffuso dall'ex ministro di Nicolas Sarkozy ed ex tesoriere della sua campagna elettorale, Eric Woerth. Quello che la magistratura francese ipotizza è che Madame Bettencourt avrebbe finanziato la corsa presidenziale di Sarkozy nel 2007. Il 3 luglio la polizia ha perquisito l'ufficio dell'ex presidente francese e la casa – intestata alla moglie, Carla Bruni-Tedeschi – dove vive dopo aver lasciato l'Eliseo alla ricerca di prove sui finanziamenti in nero al partito di Sarkozy. Soldi che potrebbero essere transitati attraverso conti della Hsbc. Per una singolare coincidenza, anche l'ex presidente francese è un cliente di Hsbc, ma in Francia, dove ha un conto corrente con circa 56mila euro e una polizza vita da 2,3 milioni. Due mesi fa è stato il settimanale Nouvel Observateur a rivelare che la polizia federale elvetica ritiene che la copia del computer di Falciani inviata in Svizzera dalle autorità francesi dopo il sequestro sia stata alterata dagli investigatori di Parigi. Per quale motivo ciò sia accaduto - se davvero è successo - è uno degli altri misteri di una storia che assomiglia sempre più a un intrigo internazionale.

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