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Questo articolo è stato pubblicato il 30 luglio 2012 alle ore 19:22.

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Mentre le forze politiche di maggioranza cercano con non poche difficoltà di trovare la quadra sulla riforma della legge elettorale, il Capo dello Stato riceve Monti al Quirinale e con una nota striglia i partiti, auspicando che si trovi un'intesa: occorre fare presto in Parlamento. Perché senza una legge elettorale, osserva il presidente della Repubblica, l'ipotesi di elezioni anticipate non può essere considerata: il voto anticipato è una prerogativa del Quirinale. «Rinnovo il mio appello a un responsabile sforzo di rapida conclusiva convergenza in sede parlamentare», scrive Napolitano.

I risultati attesi non sono arrivati
Il problema è che dai proclami per il raggiungimento di un accordo in tempi stretti non si è passato ai fatti, i risultati attesi non sono arrivati. «Negli incontri che ho avuto nei giorni scorsi con il presidente del Senato e il presidente della Camera - ricorda infatti Giorgio Napolitano nella nota - abbiamo constatato come a distanza di oltre 20 giorni lo sforzo da me sollecitato con lettera del 9 luglio non abbia purtroppo prodotto i risultati attesi». Il presidente della Repubblica sottolinea allora che altre settimane sono trascorse senza che abbia avuto inizio in Parlamento l'esame di un progetto di legge elettorale sulla base dell'intesa, «pure annunciata come imminente da parte dei partiti rappresentanti attualmente la maggioranza e aperta al confronto tra tutte le forze politiche». «L'ipotesi che avevo prospettato all'inizio di luglio ai Presidenti delle Camere - osserva Napolitano - , perché la ponessero all'attenzione dei Presidenti dei gruppi parlamentari era quella della formalizzazione di un testo di riforma largamente condiviso, anche se non definito su alcuni punti ancora controversi».

Sulle elezioni anticipate la prerogativa è del Capo dello Stato
«In quanto a ipotesi che appaiono sulla stampa di possibile anticipazione delle elezioni politiche normalmente previste per il prossimo aprile - conclude il Capo dello Stato - , ritengo di dover sollecitare la massima cautela e responsabilità in rapporto all'esercizio di un potere costituzionale di consultazione e decisione che appartiene solo al presidente della Repubblica».

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