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Questo articolo è stato pubblicato il 16 agosto 2012 alle ore 20:00.
L'ultima modifica è del 16 agosto 2012 alle ore 10:19.

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Il fermo di un dimostrante pro-Assange di fronte all'ambasciata londinese dell'Ecuador (Afp)Il fermo di un dimostrante pro-Assange di fronte all'ambasciata londinese dell'Ecuador (Afp)

Il governo dell'Ecuador ha concesso l'asilo a Julian Assange, il cofondatore di WikiLeaks da due mesi rifugiato nell'ambasciata a Londra. «Non possiamo accettare che la Gran Bretagna ci minacci in questo modo» ha detto oggi il ministro degli Esteri ecuadoriano Ricardo Patino rispondendo alle minacce di Londra che aveva indicato la possibilità di utilizzare una legge del 1987 per entrare nell'ambasciata ecuadoriana a Londra per arrestarlo. Secondo Patino, il fondatore di Wikileaks «potrebbe essere vittima di una persecuzione politica conseguenza delle sue posizioni per la libertà di stampa e in qualsiasi momento potrebbe trovarsi in una situazione pericolosa per la sua vita, la sua sicurezza e la sua integrità personale». Esulta il fondatore di Wikileaks: «Una vittoria significativa, adesso le cose diventeranno più stressanti», ha aggiunto l'australiano ringraziando lo staff dell'ambasciata che lo ha ospitato per 58 giorni.

Wikileaks su Twitter: Assange farà una dichiarazione domenica
Ma non è chiaro come Assange possa uscire dall'ambasciata. Il Foreign Office ha ribadito che la Gran Bretagna non permetterà che Julian Assange lasci da uomo libero l'ambasciata dell'Ecuador a Londra. Non solo. Secondo un annuncio di Wikileaks su Twitter, Assange farà una dichiarazione in diretta domenica alle 14 davanti all'ambasciata ecuadoregna a Londra. E sarà la prima apparizione pubblica dell'australiano da marzo, afferma Wikileaks.

Intanto in serata il ministro degli esteri inglese William Hague ha ribadito: «Julian Assange è ricercato per gravi reati in Svezia e la Gran Bretagna non gli concederà il salvacondotto per lasciare il paese».

Se l'hacker più famoso del mondo dovesse atterrare in Ecuador, per lui sarebbe la salvezza. Un'azione di forza sembra però una soluzione estrema e non praticabile. Londra, dal canto suo, è però sempre più determinata nel voler estradare l'editore australiano in Svezia dove è accusato di stupro e molestie sessuali. E proprio la Svezia nelle ultime ore ha convocato l'ambasciatore dell'Ecuador a Stoccolma.

Nella mattinata davanti all'ambasciata la polizia britannica ha arrestato due persone che manifestavano in favore dell'hacker. E anche Anonymous è già piuttosto attiva in rete. Su Twitter, i pirati informatici che si sono resi protagonisti negli ultimi mesi di numerosi attacchi a istituzioni, aziende, organizzazioni globali hanno pubblicato un carteggio diplomatico tra Gran Bretagna e Ecquador. Attivisti di Anonymous hanno lanciato un appello ai sostenitori del movimento esortandoli a riunirsi davanti all'ambasciata dell'Ecuador a Londra, dove è rifugiato Julian Assange. «Se siete a Londra o conoscete qualcuno lì: dirigetevi verso l'ambasciata ecuatoriana», si legge in un messaggio Twitter. «È il momento». Nel messaggio, il movimento saluta inoltre la decisione dell'Ecuador di concedere asilo politico a Assange e critica duramente la posizione del governo britannico

Intanto gli avvocati di Assange hanno già elaborato una strategia. «Il Regno Unito deve concedere un salvacondotto a Julian Assange». È la richiesta fatta da Baltazar Garzon, ex magistrato dell'Audiencia Nacional e attuale avvocato del fondatore di Wikileaks, citato da El Pais on line.
In mancanza di un salvacondotto per il suo assistito, Garzon ha assicurato che porterà il caso davanti alla Corte Internazionale di Giustizia.

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