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Questo articolo è stato pubblicato il 20 agosto 2012 alle ore 17:40.
L'ultima modifica è del 20 agosto 2012 alle ore 11:17.

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Il procuratore e i custodi dell'Ilva si incontreranno giovedì per fare il punto sulla messa a norma degli impianti. Spetta infatti ai custodi la scelta sull'eventuale chiusura dell'acciaieria.

Incontro in procura
Il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, e gli altri pm che indagano sul disastro ambientale provocato dall'Ilva incontreranno in procura giovedì prossimo, 23 agosto, i custodi giudiziari del siderurgico tarantino. A
quanto si apprende, l'incontrò servirà a pianificare una serie di interventi e ad avviare contatti con l'Ilva sulle misure che intende adottare per mettere a norma gli impianti. Sempre giovedì il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, incontrerà i sindacati ai quali presenterà il piano di risanamento.

Il deposito delle motivazioni del 7 agosto
L'importante ruolo dei custodi è stato sottolineato dal Tribunale del Riesame, che ha depositato le motivazioni in base alle quali il 7 agosto scorso ha confermato il sequestro degli impianti a caldo dell'Ilva. I custodi sono, oltre al presidente e rappresentante legale dell'azienda Bruno Ferrante, gli ingegneri Barbara Valenzano, Emanuela Laterza e Claudio Lofrumento. «La strada indicata dal Tribunale del riesame - afferma il ministro dell'Ambiente Corrado Clini a margine del Meeting di Rimini- è convergente con quella del governo. Lavoriamo nella stessa direzione, ora spetta all'Ilva investire. Difendere l'ambiente bloccando vuol dire bloccare lo sviluppo del paese aprendo la strada a fenomeni sociali che sarebbero drammatici». Contrapporre sviluppo e ambiente? È «un'idea sciagurata», risponde il ministro.

Scelta consapevole di inquinare
Secondo i giudici del tribunale del Riesame proprietà e gruppi dirigenti che si sono avvicendati alla guida dell'acciaieria di Taranto «hanno continuato a produrre massicciamente nella inosservanza delle norme di sicurezza dettate dalla legge e di quelle prescritte, nello specifico dai provvedimenti autorizzativi». «Una costante e reiterata attività inquinante», osservano, è stata posta in essere «con coscienza e volontà, per la deliberata scelta della proprietà e dei gruppi dirigenti».

Sequesto impianti senza facoltà d'uso
Il Riesame ha confermato il sequestro dell'area a caldo, effettuato il 25 luglio, senza concedere la facoltà d'uso, che peraltro - viene sottolineato - non era stato richiesto neppure dai legali del Siderurgico. Il Riesame, confermando il sequestro Ilva, dispone poi che non si continuino a perpetrare i reati contestati nel provvedimento cautelare.

Disastro doloso a causa della gestione
Le modalità di gestione dell'acciaieria, denunciano i giudici, sono state tali da produrre un disastro doloso: «azioni ed omissioni aventi una elevata potenzialità distruttiva dell'ambiente (...), tale da provocare un effettivo pericolo per l'incolumità fisica di un numero indeterminato di persone». Il disastro ambientale doloso, in realtà, «è ancora in atto» e potrà essere rimosso solo con imponenti e numerose misure d'intervento».

Obiettivo: interrompere attività inquinanti e risanamento
Sul percorso da seguire per interrompere i reati, i giudici del Riesame non si sbilanciano e affidano il compito ai custodi nominati dal gip e alla procura. L'obiettivo è «uno e uno solo ovvero il raggiungimento, il più celermente possibile il risanamento ambientale e l'interruzione delle attività inquinanti».

Tavolo tecnico al ministero
Dopo il vertice sull'acciaieria pugliese che ha visto i ministri Passera e Clini incontrare a Taranto le parti coinvolte, e dopo il blitz notturno dei carabinieri del Noe per verificare che l'impianto stia seguendo le indicazioni della magistratura, l'attenzione sulle motivazioni della decisione del Riesame del 7 agosto è dunque alta. Al ministero dell'Ambiente si è riunito oggi la commissione Ippc-Aia, per definire il piano di lavoro per giungere alla revisione dell'Aia (autorizzazione integrata ambientale) per l'Iva entro il 30 settembre.

La decisione del Riesame del 7 agosto
Le motivazioni depositate oggi fanno dunque riferimento alla decisione del tribunale del Riesame del 7 agosto. Presieduto dal presidente del Tribunale di Taranto Antonio Morelli, in quella decisione il tribunale conferma il decreto di sequestro di sei aree dello stabilimento siderugico che era stato disposto dal gip Patrizia Todisco il 25 luglio. Il tribunale poi annulla cinque delle otto ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari per i dirigenti ed ex dirigenti dell'azienda e modifica leggermente la composizione del pool di custodi giudiziali. Il presidente dell'Ilva Bruno Ferrante viene nominato custode giudiziario (quattro giorni dopo la nomina verrà revocata dal gip Patrizia Todisco).

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