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Questo articolo è stato pubblicato il 20 agosto 2012 alle ore 12:44.

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L'intervento del ministro Passera al Meeting di Rimini (Ansa)L'intervento del ministro Passera al Meeting di Rimini (Ansa)

Le luci del Meeting di Cl a Rimini oggi sono tutte puntate su Corrado Passera e Corrado Clini. Il ministro dello Sviluppo Economico, parlando con i cronisti, si mostra ottimista come Mario Monti: «Si, vedo l'uscita dalla crisi», dice Passera che aggiunge: «Dipenderà molto da quello che riusciremo a fare». Il ministro parla anche di coesione sociale: «È uno degli elementi portanti della fiducia e della crescita. Non è un dato acquisito, non è una zavorra o un costo da portarsi dietro. Se si vuole crescere in modo sostenuto e sostenibile - dice Passera - coesione e competitività vanno insieme». L'ex amministratore delegato di Intesa Sanpaolo è una vecchia frequentazione della kermesse di Rimini. Ma questa volta è arrivato alla fiera romagnola per parlare da ministro dello Sviluppo economico e delle infrastrutture, di welfare e sviluppo insieme all'amministratore delegato di Fs, Mario Moretti.

«Abbiamo evitato il commissariamento del nostro Paese. Ora è superato ma dobbiamo sapere che ci siamo andati vicini», sottolinea Corrado Passera. Che vede nella tassazione italiana («una delle più alte al mondo», dice) «una zavorra che dobbiamo correggere». E aggiunge; «Dobbiamo trovare le risorse per il welfare e per ridurre la fiscalità ai cittadini e alle imprese oneste».
«Il nostro problema principale - sostiene Passera - si chiama produttività: il ritardo accumulato può essere molto più grave dello spread». La situazione, considera il ministro, «in realtà è ancora un poco peggio di quanto si poteva immaginare», perche «l'eredità degli ultimi venti anni, della seconda Repubblica, è molto deludente». Passera ha poi precisato che nel prossimo consiglio dei ministri non sono ad oggi iscritti provvedimenti per la crescita e, parlando di Ilva, ha ribadito che a suo avviso «il sito non dovrebbe essere oggetto di decisioni irrimediabili come lo spegnimento».

Il titolare del ministero dell'Ambiente, Corrado Clini, insieme al presidente della Illy, Andrea Illy, e al presidente di Alstom Italia, Antonino Turicchi, parlerà invece di tutela ambientale, anche sulla scia del caso Ilva, dopo il blitz dei carabinieri del Noe e i custodi giudiziali dello stabilimento di Taranto. Atteso anche l'intervento dell'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, che parlerà di risorse del pianeta.

Intanto Roberto Formigoni si dice soddisfatto per «l'accoglienza straordinaria ricevuta, come sempre». Il presidente della Regione Lombardia, parlando a margine del Meeting di Rimini, ribadisce: «Nei miei diciassette anni di presidenza» la magistratura di Milano «mi ha inviato quattordici avvisi di garanzia e sono tutti finiti nel nulla, come nel nulla finirà quest'ultimo». Il governatore lombardo ne è convinto: «Vincerò io, come sempre».

Formigoni, arrivato ieri alla fiera di Rimini in tempo per ascoltare il discorso del presidente del Consiglio Mario Monti, è stato accolto da alcuni applausi dei militanti di Comunione e Liberazione. Dopo le notizie stampa diffuse nelle scorse settimane (e smentite dall'organizzazione del meeting) che davano in forse la sua presenza a Rimini, ora Formigoni può sottolineare a gran voce che quello di Cl «è un popolo appassionato, critico e caldo». Un popolo, dice il presidente della Regione Lombardia, che «non crede alle fandonie che scrivono i giornali e che sono assolutamente infondate». Un popolo, dice Formigoni, che ieri gli ha riservato «un'accoglienza trionfale».

Sul fronte politico l'Italia dei Valori polemizza: «Il Meeting di Rimini - dice il senatore Stefano Pedica - sembra più la succursale di un palazzo di giustizia che un raduno per parlare ai giovani». Prosegue Pedica: «C'è l'amministratore delegato delle Ferrovie Moretti, indagato per favoreggiamento nell'inchiesta sulla P4. C'è il ministro Passera, indagato per frode fiscale in qualità di ex ad e direttore generale di Intesa. E c'è il sindaco Alemanno accusato di concussione per aver fatto pressioni sull'ex direttore del Tg1 Minzolini per non trasmettere un servizio poco gradito sulla movida romana».

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