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Questo articolo è stato pubblicato il 19 agosto 2012 alle ore 19:00.
L'ultima modifica è del 19 agosto 2012 alle ore 14:47.

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Il momento è tra i più difficili, ma alla fine del tunnel della recessione si intravede la luce della ripresa. «È un momento che per certi versi vedo avvicinarsi». Lo ha detto il premier Mario Monti parlando al Meeting di Cl a Rimini e riferendosi al momento di uscita dalla crisi. «Voi siete giovani per la crescita», ha aggiunto, rivolgendosi alla platea. L'occasione gli è stata fornita dall'incontro inaugurale della kermesse sul tema: «i giovani per la crescita», al quale il premier ha partecipato. Il presidente del Consiglio, che ha parlato per circa un'ora e un quarto, ha chiuso il suo intervento citando Alcide De Gasperi: «bisogna essere volitivi e tenaci - ha detto Monti, riprendendo le parole dello statista - nel seguire le linee che ci siamo prefissi. E se non é possibile oggi, domani».

«Un'intera generazione sta pagando un costo altissimo»
«Qui oggi vorrei chiedervi: ma siamo veramente in crisi? Un anno fa pensavamo meno di oggi di essere in crisi ma credo che lo fossimo di più» ha detto il Professore. «Un'intera generazione - ha sottolineato - sta pagando il conto salatissimo del disimpegno delle classi politiche degli ultimi anni. Un sistema poco equilibrato mette un'ipoteca sul futuro dei giovani italiani». «Per me è un onore e una gioia essere qui», ha poi aggiunto, ricordando che l'anno scorso la kermesse era stata aperta dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano.

Il Professore: mi trovo premier in un momento non facile
«In un istante imprevedibile della mia vita mi trovo - ha affermato Monti - , per un istante, a guidare un governo chiamato a svolgere un'attività non semplice in un momento tra i non più facili». «Piuttosto che far tremare le vene ai polsi - ha continuato il Professore - bisogna trovare un moderato understatement e trovare coraggio». Il presidente del Consiglio ha parlato di «miracolo di responsabilità da parte dei partiti di maggioranza»: nel suo intervento al meeting ha ricordato che «questo non è un momento di grande popolarità per le forze politiche in Italia ed altrove. Ma noi - ha affermato Monti - abbiamo il miracolo quotidiano di forze politiche, soprattutto tre: negli ultimi anni hanno dedicato grande attenzione, tempo e risorse a combattersi, e non era facile prevedere che quelle stesse forze avrebbero avuto un soprassalto di responsabilità».

«Speravamo che le riforme avessero un impatto maggiore sui tassi»
«Mai - ha chiarito il presidente del Consiglio - abbiamo pensato che le risorse fatte con intensità in questi mesi, lavoro, pensioni, spending review, liberalizzazioni, facessero partire immediatamente la crescita. Quello che invece speravamo - ha poi aggiunto - é che l'insieme di queste riforme desse luogo ad una rimiduzione dei tassi di interesse più rapidamente di come sta avvenendo».

«L'euro è un valore morale, cambiata la condotta dei Paesi»
«L'euro - ha spiegato Monti - è il pinnacolo della costruzione europea, è come la Madonnina sul Duomo di Milano, sarebbe una tragedia se diventasse, per incapacità nostra, un fattore di disgregazione che rianima i pregiudizi del Nord contro il Sud e viceversa». La moneta unica, ha continuato il premier, «certamente ha un aspetto altamente tecnico, ma è molto di più, è un valore morale, perché per restare e partecipare alla moneta unica i paesi si sarebbero impegnati ad essere più disciplinati nei propri conti pubblici». Per il presidente del Consiglio «l'euro, che in questo momento ci mette un po' in agitazione, ha cambiato veramente la condotta dei Paesi».

«Gli evasori distruggono la società: non chiamiamoli furbi»
Il Professore ha parlato anche della Rai. «Abbiamo fatto molto di concreto per invitare la politica ad accomodarsi fuori da luoghi forse da essa un po' troppo invasivamente occupati dal passato», ha detto. Il capo del Governo ha parlato anche della piaga dell'evasione fiscale, mettendo in evidenza che «un impegno straordinario e forse sgradevole contro l'evasione fiscale fa parte del recupero di fiducia dei cittadini verso lo Stato e verso i cittadini fra loro». «La Rai è indipendente dal presidente del Consiglio - ha poi aggiunto - ma darò ai suoi vertici l'amichevole suggerimento di non fare usare più l'aggettivo "furbi" nei servizi dei tg che descrivono la lotta contro l'evasione fiscale». «Non si possono trasmettere - ha concluso - neppure in modo subliminare dei disvalori che distruggono la società italiana».

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