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Questo articolo è stato pubblicato il 22 agosto 2012 alle ore 16:26.

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La Rai di Anna Maria Tarantola: «Più cultura, più donne, ma meno chirurgia plastica». E conti in ordineLa Rai di Anna Maria Tarantola: «Più cultura, più donne, ma meno chirurgia plastica». E conti in ordine

È vero, ammette Anna Maria Tarantola, «la donna così come è presentata (in tv, ndr) mi piace poco». Tarantola ama la donna normale, «con le sue capacità, competenze e professionalità che possono e devono emergere». Basta perciò puntare solo sulla bellezza per emergere («senza sottovalutare l'importanza dell'aspetto estetico»). E «bando alla chirurgia plastica».

Dare più spazio alle donne normali nella tv pubblica è uno degli obiettivi che la presidente della Rai si è data. Con programmi meno banali e più cultura. E poi «più cose per i giovani, interessanti e divertenti ma con dei valori». Ovviamente a partire dal nuovo anno (solare), visto che i palinsesti autunnali sono già stati completati fino a dicembre 2012.

Tra le priorità naturalmente: mettere i conti in ordine, perché «i problemi economici vanno affrontati e risolti». Anche abbassando i cachet, ma nel dettaglio degli interventi la presidente Rai preferisce, per ora, non entrare, perché «modalità e azioni per riportare equilibrio economico rientrano nel piano industriale di breve e medio termine, da parte del direttore generale». Anche se «è ovvio che si interverrà su tutto».

Altro obiettivo: rendere la Rai «più servizio pubblico». Quello che non si può fare, secondo Anna Maria Tarantola, è «un programma di un'ora e mezza, che giudico eccessiva, sulla chirurgia plastica». Sia chiaro: massimo rispetto chi sceglie questi tipi di interventi , ma in tivù il presidente della Rai vuole che si parli d'altro. E altro deve essere il messaggio: «Le donne sono belle come sono, specie se giovani».
Ma non tutto della nostra tv pubblica è da buttare, anzi «la Rai è meglio di come la descrivono e ha programmi bellissimi, alcuni su reti specializzate», come «Rai4, Rai5, e Rai Educational».

L'intervista ad Anna Maria Tarantola, rilasciata a Il Secolo XIX, raccoglie consensi bipartisan. Piace al consigliere Antonio Verro (considerato un berlusconiano di ferro), come al democratico Giorgio Merlo. Plaude anche l'Aiart, l'associazione di telespettatori cattolici.
Per l'ex parlamentare Pdl è giusto puntare a ridurre i cachet degli artisti, per investire sulla qualità del prodotto. Quanto alla volontà di enfatizzare il ruolo di servizio pubblico, Verro sottolinea come «i bilanci degli ultimi anni» dicano che «la Rai finanzia le trasmissioni di servizio pubblico con 300 milioni l'anno che vengono dalla pubblicità», quindi «bisogna saper conciliare le esigenze».

Quelli lanciati dalla presidente della Rai sono «ottimi segnali» secondo Giorgio Merlo, Pd, vice presidente della commissione di vigilanza. Soprattutto l'idea di «limare drasticamente i compensi milionari, a cominciare dagli artisti e dagli autori. Senza dimenticare ovviamente, i dirigenti». A partire, sottolinea Merlo «dal compenso che toccherà al futuro conduttore del Festival di Sanremo, Fabio Fazio, che ha già un contratto milionario con l'azienda di viale Mazzini».
D'accordo con il proposito di Anna Maria Tarantola «di fare una 'tv dei valori', con più cultura e più attenzione ai giovani», è il presidente dell'associazione di telespettatori cattolici Aiart, Luca Borgomeo. Consapevole del fatto che «non sarà facile».

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