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Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2012 alle ore 09:17.
di Eugenio Bruno
Il primo atto post-ferie del governo Monti sarà all'insegna della digitalizzazione. Con un provvedimento ad ampio raggio su agenda digitale, start up, ricette on line, e-learning per i dipendenti pubblici, smart cities che dovrebbe vedere luce entro la prima metà di settembre.
La decisione dovrebbe essere presa dal Consiglio dei ministri odierno che fisserà le tappe dell'agenda per la crescita da qui alla fine della legislatura. Riprendendo il brainstorming interrotto il 10 agosto scorso per la scarsa preparazione di alcuni protagonisti.
I responsabili dei vari dicasteri faranno il punto sulle misure già realizzate e quelle da realizzare. Due gli interventi più attesi: da un lato, il titolare dello Sviluppo, Corrado Passera, parlerà di semplificazioni, internazionalizzazione, energia, infrastrutture e soprattutto del decreto «Digitalia»; dall'altro il suo collega dell'Economia, Vittorio Grilli, che ascolterà le proposte di tutti vagliandone la compatibilità con i conti pubblici anche alla luce delle nuove emergenze (Ilva, proroga della detassazione in Emilia). Con il presidente del Consiglio che proverà a trarre le conclusioni dell'intera discussione.
Un'altra riunione, sempre di orientamento, potrebbe esserci alla fine della prossima settimana. Ma, se si eccettuano i regolamenti in materia di istruzione (su cui si veda l'articolo qui sotto), per l'ok al primo articolato bisognerà aspettare almeno un paio di settimane quando Palazzo Chigi dovrebbe licenziare una parte del nuovo pacchetto-Passera.
Il testo (molto probabilmente un decreto) è pronto da luglio quando l'ingolfamento parlamentare ha consigliato di rinviarne il varo a dopo l'estate. Negli oltre 50 articoli che lo compongono i temi dell'innovazione e della digitalizzazione vengono affrontati a tutto tondo. Accanto al fondo unico per il venture capital con cui sostenere le start up c'è infatti il piano per la banda larga che passerà anche dalla riprogrammazione di 400 milioni di risorse nazionali e regionali. Per superare il digital divide che ci contraddistingue viene previsto che ogni cittadino possa contare su una connessione internet a 2 megabit al secondo entro il 2013 che salirà a 20 nel 2020. Senza dimenticare gli sgravi all'e-commerce e il data center al Sud.
All'interno della bozza di Dl c'è poi un insieme di norme predisposte dall'Istruzione. Si va da una spinta all'introduzione di tablet ed e-book nelle classi per una didattica al passo coi tempi al collegamento on line delle piccole scuole con gli istituti più grandi fino al superamento della duplicazione di anagrafi (studenti, edilizia eccetera). E sempre in tema di Pa digitale vanno segnalati l'ampliamento del ricorso al telelavoro, la formazione a distanza per dipendenti pubblici e l'arrivo delle ricette on line e del fasciolo sanitario elettronico.
Un capitolo importante riguarderà poi le smart cities. E sarà articolato su tre punti cruciali: il cosiddetto «riuso 2.0» rappresentato da un ambiente unico su cui saranno disponibili le "app" più innovative create dalle diverse città intelligenti; l'avvio di una nuova piattaforma per l'e-procurement della Pa su tutto ciò che riguarda la tecnologia; il ricorso a strumenti di finanza innovativa (crowd funding e social impact bonds) che permettano alle amministrazioni di reperire capitali anche privati per finanziare iniziative di forte valenza sociale. Tutto ciò, spiegano gli ideatori del progetto, dovrà accompagnarsi a un monitoraggio costante dell'attuazione e a un piano di inclusione per evitare che chi è già indietro lo diventi ancora di più.
Dopo «Digitalia» dovrebbe essere la volta del Dl Balduzzi sulla sanità e di un decreto sviluppo-bis che metterà insieme le misure per le infrastrutture, la nuova ondata di semplificazioni e gli sgravi sul cuneo fiscale annunciati dal ministro del lavoro, Elsa Fornero: tutti temi approfonditi nelle pagine seguenti di questo giornale. Ma è da verificare se sia questa la sede più opportuna per ospitare anche il piano Giavazzi sugli aiuti alle imprese. Se ne saprà di più martedì quando i tecnici riprenderanno il confronto su un perimetro più ristretto di voci dopo le esclusioni decise prima delle ferie. In alternativa il riordino degli incentivi potrebbe anche confluire nella fase due della spending review che dovrebbe arrivare sotto forma di collegato alla legge di stabilità. Che va presentata entro il 15 ottobre ma che è in odore di anticipo a fine settembre. E per allora si saprà se i 6,5 miliardi necessari a evitare dal 1° luglio 2013 il temuto aumento dell'Iva sono stati reperiti o meno.
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