Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2012 alle ore 08:10.

My24

A fianco della moda, però, si è affermato un tessuto manifatturiero e terziario di tutto rispetto. Il seme della diversificazione è antico, tanto che lungo queste rive dell'Arno, nel comune di Limite, esisteva un polo della cantieristica molto dinamico, le cui radici andavano indietro di secoli. E l'industria del vetro commerciale e della ceramica aveva due poli di livello nazionale tra Empoli e Montelupo. Chiusi o trasferiti a Viareggio e Livorno i cantieri; ridimensionati i comparti della ceramica e del vetro (è rimasto un forte presidio del gruppo Zignago e poche altre vetrerie nel settore artistico), sono cresciuti e si sono consolidati settori diversi: dalla chimica all'alimentare, dalle Ict all'Hi-tech al turismo.
«Negli ultimi due decenni il quadro è decisamente cambiato», commenta Rossano Rossi, segretario della Camera del lavoro di Empoli. Gruppi come Sammontana e Montalbano (alimentare), Bitossi, Fabo, Magis, Sirom e Irplast (chimica), Sesa (Ict) e Ceam (elettronica e sensori di temperatura per l'industria), contribuiscono in modo significativo al Pil dell'area, insieme a un terziario abbastanza straripante, che ha nel grande centro commerciale Unicoop di Empoli la sua manifestazione più evidente (il presidente del colosso cooperativo fiorentino, Turiddo Campaini, è un empolese doc).
La trasformazione, però, non ha indebolito il benessere diffuso. Nonostante alcuni punti di crisi, come nel caso del Consorzio Etruria per quanto riguarda il settore delle costruzioni, il tasso di disoccupazione dell'area resta nella media regionale toscana (intorno al 7%). «Le cose non vanno poi così male, pur in una congiuntura negativa», conferma Francesco Bosio, direttore generale della Banca di credito cooperativo di Cambiano, la più antica Bcc d'Italia, 31 filiali, 280 dipendenti, 2 miliardi di raccolta complessiva e 1,8 d'impieghi.
Bosio è anche presidente di Cabel holding, gruppo di società-prodotto che fornisce servizi alle aziende di credito e alle imprese, partecipato da cinque istituti locali (Credito cooperativo di Cambiano, Castagneto Carducci, Fornacette, Viterbo e Popolare di Lajatico). «Siamo cresciuti con il territorio, la cui forza oggi deriva proprio dall'articolazione produttiva e dalla flessibilità», dice il manager. E di «benessere nonostante i venti di tempesta del mercato» parla Simone Campinoti, imprenditore con spiccata vocazione all'innovazione, titolare del gruppo Ceam di Empoli: 5 aziende, 50 dipendenti e una decina di milioni di ricavi. «Le idee in quest'area non mancano e neppure la voglia di fare», spiega Campinoti, che ha 48 anni e presiede la sezione territoriale empolese di Confindustria Firenze. «Ci sono alcuni investimenti in corso, nell'agroalimentare e nel comparto del vetro, che pure si è molto ridimensionato negli ultimi anni – racconta –. Il vero problema è che non sempre le istituzioni sono d'aiuto: servirebbero tempi rapidi nelle decisioni e regole chiare, ma talvolta si ha l'impressione che le amministrazioni locali non siano vicine alle imprese».

Shopping24

Dai nostri archivi