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Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2012 alle ore 08:10.

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Ceam, partita con la produzione di sensori di temperatura per i forni delle vetrerie e delle ceramiche, ha costruito una nicchia di mercato che dalla chimica arriva fino all'aerospaziale, allargando il raggio d'azione ai sistemi elettronici di controllo per ospedali e musei. Ma c'è chi, come la Nse di Nicla Pucci, una start up sostenuta da privati, dal fondo Sici e da "360 Capital partners", dopo avere già investito 4,5 milioni per realizzare su brevetto di proprietà un modello di micro-pirogassificatore per lo smaltimento di rifiuti industriali e la produzione di energia termica, non riesce a decollare tra le carte bollate di permessi prima concessi e poi sospesi, sentenze del Tar e del Consiglio di Stato (contraria la prima, favorevole la seconda) e uno scontro istituzionale tra la Regione (pro progetto) e gli Enti locali (il Comune di Castelfranco di Sotto, dove è in costruzione il primo impianto commissionato da un'azienda privata) che non lo vogliono. «Si rischia la chiusura, perchè gli investitori non sono più disponibili a aspettare», spiega la manager e imprenditrice Pucci, amministratore delegato di Nse industry. «E proprio quanto l'impianto è praticamente ultimato», aggiunge con amarezza.
Intanto nell'Empolese Valdelsa si è aperto il dibattito sul riassetto del livello di governo locale: confluire nella città metropolitana fiorentina, dare vita a una nuova maxi-Provincia con Prato e Pistoia, oppure realizzare un Comune unico tra le undici amministrazioni dell'area? Per il sindaco di Empoli, Luciana Cappelli, «la discussione è prematura. Siamo comunque orientati a rafforzare il circondario - dice - che sarebbe uno strumento adeguato all'interno della città metropolitana». Il futuro del territorio passa anche da queste scelte.
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IL GIUDIZIO
- Il punteggio
Attraverso una griglia di 12 variabili ciascun distretto è definito nei suoi punti di forza e di debolezza. Il distretto dell'Empolese Valdelsa resiste grazie all'innovazione e alla capacità di fare rete, ma sconra i limiti di dimensioni d'impresa ridotte e scarsa capacità attrattiva.PUNTI DI FORZA ALTA
- 1
INNOVAZIONE
La dimensione ridotta delle imprese non frena la capacità d'innovare, nella chimica come nell'agroalimentare e nell'elettronica. Le aziende di successo prendono forza proprio dalla ricerca interna e dai brevetti, grazie ai quali trovano nicchie di mercato. BUONA
- 2
PRODUTTIVITÀ
C'è chi ha dovuto rinunciare alle vacanze estive per far fronte agli ordini acquisiti e chi, sulla base d'intese sindacali, trova margini operativi e slancio per lo sviluppo. Le buone relazioni industriali sono uno degli elementi di successo del territorio. DISCRETA
- 3
CAPACITÀ DI FARE RETE
Piccole ma collegate, le aziende del sistema moda (quelle rimaste) giocano in squadra con la filiera produttiva che comprende i contoterzisti (in larga parte cinesi) da un lato e dall'altro le grandi griffe del polo fiorentino del lusso.PUNTI DI DEBOLEZZA 1
ATTTRATTIVITÀ
Pochi investimenti negli ultimi vent'anni, se si esclude la grande distribuzione. Il territorio sconta anche una carenza di infrastrutture, sia per i trasporti su ferro che su gomma. Pesano anche i tempi della burocrazia e le incertezze politiche. Ma questo è un problema nazionale. INSUFFICIENTE
-
2
DIMENSIONI D'IMPRESA
Le Pmi costituiscono il 98% del tessuto produttivo locale, con aziende artigiane spesso rappresentate dal solo titolare. La dimensione ridotta è uno dei limiti più forti all'internazionalizzazione: le imprese non hanno mezzi per andare sul mercato mondiale. SCARSA
- 3
INTERNAZIONALIZZAZIONE
Lo scarso grado di presenza sui mercati internazionali delle aziende è legato anche al retaggio di una cultura del lavoro "in conto terzi" che non spinge a uscire dal recinto domestico. Ma questo non riguarda le nuove imprese e quelle dei settori più innovativi. BASSA
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