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Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2012 alle ore 19:18.

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Ormai è un romanzo. Per sottrarsi all'arresto le due componenti della gruppo punk russo Pussy Riot superstiti ricercate dalla polizia si sono date alla macchia fuori dai confini russi. La notizia, affidata dalle dirette interessare a un tweet, ha già fatto il giro del mondo online.

«I nostri due membri ricercati dalla polizia sono riuscite a lasciare il territorio russo e cercano di reclutare altre militanti femministe all'estero per preparare delle nuove azioni» si legge in un messaggio sul social network. Sono in carcere le altre tre giovani della band dopo la condanna a due anni pronunciata da un tribunale della capitale russa al termine di un controverso processo. Il 17 agosto scorso un tribunale di Mosca aveva condannato Maria Alekhina, Nadezhda Tolokonnikova ed Ekaterina Samutsevich a due anni di detenzione in un campo di lavoro per "vandalismo" e "incitamento all'odio religioso"; tre giorni dopo la polizia aveva annunciato di essere alla ricerca delle altre due militanti che il 21 febbraio avevano partecipato all'irruzione nella cattedrale di Cristo Salvatore.

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