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Questo articolo è stato pubblicato il 29 agosto 2012 alle ore 08:44.

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Il pacchetto di misure, che in alcuni casi si applica anche agli incubatori, riguarda un perimetro preciso di aziende ovvero srl, spa o sapa costituite successivamente al 31 dicembre 2009 che abbiano quattro caratteristiche: oggetto sociale rappresentato da sviluppo, produzione, vendita di prodotti o servizi ad alto contenuto innovativo; titolarità della maggioranza assoluta del capitale sociale e dei diritti di voto nell'assemblea ordinaria da parte di persone fisiche; svolgimento dell'attività di impresa da non più di 48 mesi; investimenti in R&S per un importo non inferiore al 15% del maggiore tra il totale dei costi della produzione e il valore della produzione per ciascun esercizio di attività.

Digitale
Fitto anche il capitolo sull'attuazione dell'Agenda digitale (si veda la pagina accanto). Le premesse non sono incoraggianti e richiedono un rapido cambio di passo: l'Italia investe in Ict solo il 2% del proprio prodotto interno lordo, contro il 3,5% degli Usa. In pratica, solo 0,22 punti per anno in Italia sono attribuibili alla accumulazione di capitale Ict, contro gli 0,56 punti della media Ocse. Si interviene su infrastrutture di rete, integrazione dei sistemi Ict nella Pa, digitalizzazione nei rapporti di imprese e cittadini verso la Pa (switch-off), incremento delle competenze digitali.

Investimenti esteri
Previsti quattro interventi. L'Agenzia per l'internazionalizzazione (l'Ice) si occuperà anche di attrazione degli investimenti esteri attraverso un'unità specifica che curerà un "portafoglio di offerta"; nascerà un "Desk investitori esteri" presso uffici dell'Ice nelle principali piazze finanziarie internazionali; il "Foreign investor support" sarà invece l'interlocutore unico, il Desk Italia, per accompagnamento e supporto agli investitori ad esempio nell'interlocuzione con uffici del lavoro, prefetture, Finanze; infine ci saranno punti di contatto regionali.

Pmi e semplificazioni
Il governo stringe su ulteriori semplificazioni per le imprese e recepimento della direttiva Ue sul ritardo dei pagamenti. Nel primo caso il veicolo potrebbe però essere un decreto coordinato dal ministro della Pa Patroni Griffi, per i pagamenti occorrerà invece un decreto legislativo (si veda l'articolo accanto). Definito, con interessanti novità, il pacchetto della legge annuale Pmi (il governo valuta, anche dopo la presentazione del ddl, di approvare comunque le misure per decreto). Il focus è sui contratti di rete: estensione dell'arco temporale di applicazione fino al periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2014; innalzamento del limite massimo della quota di utili accantonabili dall'attuale 1 milione a 2 milioni di euro, con priorità all'internazionalizzazione; modifica del codice dei contratti pubblici per includere anche le imprese aderenti ai contratti di rete; possibilità di impiegare lavoratori nelle diverse società senza dover duplicare ogni volta le procedure di assunzione.

Sempre in tema Pmi, sarà facilitata la trasmissione di impresa e il management buy out, anche potenziando la legge Marcora (con forme specifiche per l'agricoltura) e riformando la disciplina sui patti di famiglia. Anche le aziende agricole potranno accedere a norme che agevolano la capitalizzazione (ad esempio l'Ace) e la ricerca e i Confidi potranno imputare a capitale sociale le riserve derivanti da contributi pubblici ricevuti in passato. Più incerti gli interventi sulla deducibilità degli interessi passivi e la libertà di scelta, anche per i dipendenti di aziende con più di 50 addetti, nella destinazione del Tfr.

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