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Questo articolo è stato pubblicato il 29 agosto 2012 alle ore 14:34.

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Una nuova architettura per la zona euro è auspicabile, per creare una prosperità stabile per tutti i Paesi di Eurolandia e in particolare per la Germania. La Germania ha basato il suo successo su una profonda integrazione con le economie europee e mondiali. Se vuole continuare a prosperare, dovrà rimanere il caposaldo di una valuta forte, al centro di una zona di stabilità monetaria e all'interno di un'economia dell'area euro dinamica e competitiva. Tutto questo lo può garantire solo un'unione economica e monetaria più forte.

Ma non è necessario costruire l'unione politica per poter realizzare questa nuova architettura. È evidente che l'unione monetaria comporta inevitabilmente la messa in comune di un maggior numero di decisioni. Ma l'integrazione economica e l'integrazione politica possono evolversi in parallelo. Quando necessario, si potrà e si dovrà mettere in comune la sovranità in certi campi specifici della politica economica e approfondire la legittimazione democratica.
Quanto in là si dovrà spingere questo processo? Non è necessario accentrare tutte le politiche economiche. Possiamo rispondere in modo pragmatico, interrogandoci con calma su quali siano i requisiti minimi per portare a termine l'unione economica e monetaria. E scoprendo che tutte le misure necessarie sono largamente alla nostra portata.

Per le politiche di bilancio, serve una supervisione reale sui bilanci nazionali. Le conseguenze di politiche di bilancio sbagliate in un'unione monetaria sono troppo pesanti per far conto unicamente sull'autocontrollo . Per le politiche economiche più generali, dobbiamo garantire la competitività. I Paesi devono riuscire a generare crescita sostenibile e occupazione senza incorrere in squilibri eccessivi. La zona euro non è uno Stato-nazione, dove il trasferimento di sussidi da certe aree a certe altre può essere mantenuto in vigore ad libitum potendo contare su un consenso sufficiente da parte della popolazione. Perciò non possiamo permetterci una situazione in cui certe regioni sono costantemente in disavanzo rispetto ad altre.
Per quanto riguarda le politiche finanziarie, le autorità centrali devono poter disporre di poteri che le mettano in grado di limitare l'eccessiva assunzione di rischi da parte delle banche e la difformità di approccio da parte degli organismi di vigilanza: è il modo migliore per proteggere i contribuenti della zona euro. È necessario anche un meccanismo di riferimento per le risoluzioni bancarie che salvaguardi le finanze pubbliche, come succede in altre federazioni: negli Stati Uniti, per esempio, dal 2008 sono state messe in liquidazione in media 90 banche all'anno, per lo più di piccole dimensioni, senza che questo abbia avuto alcun effetto sulla solvibilità dello Stato centrale.

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