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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2012 alle ore 09:43.

L'Italia sta facendo la sua parte ma nessuno si illuda: molto resta da fare, anche e soprattutto sul piano della credibilità internazionale. Se questa è la sfida, occorre partire da un dato positivo: l'unione politica in Europa oggi non è più un tabù. Lo ha ricordato il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, in un video trasmesso al Forum Ambrosetti di Cernobbio. Il presidente ha confidato: auspico una costruttiva conclusione della legislatura. «Essenziale è stato poter contare sulla disponibilità di una risorsa altamente qualificata, di una personalità di grande competenza e prestigio europeo come il professor Mario Monti», ha affermato. «Vigilerò anche dopo la fine della legislatura». Il Capo dello Stato ha poi detto di auspicare una riforma elettorale necessaria per la governabilità, ricordando che ci sono interrogativi «sugli scenari politici e le soluzioni di governo».

L'Italia sta facendo la sua parte
«L'Italia - ha affermato Napolitano - sta facendo la sua parte con serenità verso se stessa. Dobbiamo lavorare tutti, senza scavare solchi tra virtuosi e non inclini al rigore per supportare l'euro e per favorire processo integrazione europea». Secondo il Capo dello Stato, poi, il nostro Paese «ha riguadagnato credibilità internazionale, ma molto resta da fare, non ci facciamo illusioni». «Mi adopererò - ha assisurato il Presidente - perchè in Italia venga esplicitamente e largamente condiviso l'impegno a dare seguito e sviluppo a scelte di fondo concertate in sede europea». Intervenuto al workshop Ambrosetti, il ministro dell'Economia Vittorio Grilli ha chiarito che l'Italia non intende per ora accedere al meccanismo antispread messo in campo dalla Bce. «Lo abbiamo già detto tante volte, in questo momento riteniamo di non aver assolutamente bisogno» del programma antispread.

Da fine 2011 denso programma di risanamento dei conti pubblici
Napolitano ha sottolineato che dal novembre del 2011 «é stato realizzato in Italia in tempi serrati un densissimo programma di risanamento della finanza pubblica e avvio delle riforme strutturali». Ma ancora, ha proseguito il Capo dello Stato, «resta molto da fare».

Un'unione politica in Europa? Non è più un tabù
Secondo il Capo dello Stato in Europa «la direzione di marcia non può non essere quella che conduce, attraverso un percorso meditato e un'adeguata maturazione, a una vera e propria unione politica. Il tema ormai non è piu un tabù».

In Europa evitare l'immagine di oligarchie ristrette
Rispondendo ad alcune domande in collegamento video dal Quirinale, il Capo dello Stato ha chiarito che la partita si gioca sul terreno della cooperazione tra le diverse istituzioni europee: «o funziona bene questo rapporto fra Parlamento, Commissione e Consiglio - ha spiegato Napolitano - oppure andiamo sempre più verso una scarsa comprensibilità e controllabilità delle decisioni europee che appaiono assunte da oligarchie molto ristrette e chiuse nelle mura di Bruxelles». «Si deve colmare il vuoto di una dialettica politica», ha concluso il presidente, in modo che sia «finalmente europea. Alla frammentazione della politica nazionale nei sempre più asfittici ambiti nazionali deve succedere una europeizzazione della politica».

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