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Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2012 alle ore 17:55.

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L'avvicinarsi delle primarie del centro-sinistra, previste tra fine novembre e inizio dicembre, rischia di approfondire i contrasti tra le varie anime del Pd. Ancora oggi a tenere banco sono state le parole pronunciate dal sindaco di Firenze Matteo Renzi (il principale concorrente del segretario Pier Luigi Bersani), che aveva incluso anche un pezzo da novanta come Walter Veltroni (oltre a Massimo D'Alema) tra quelli che andrebbero tenuti fuori dalle Camere dopo aver già fatto 15 anni in Parlamento.

Filo-Monti e ala pro Cgil
Una frattura, quella tra i seguaci del sindaco-rottamatore e il leader storici del Pd, che va ad aggiungersi a un contrasto ben più insidioso: quello tra i filo-Monti e l'ala del Pd più vicina al sindacato. Un contrasto acuito dalla presentazione oggi in Cassazione del quesito per ripristinare l'articolo 18 nella sua versione originale prima della riforma Fornero. Principale promotore dell'iniziativa è Nichi Vendola, leader di Sel, con il quale il Pd ha stretto un'alleanza progressista.

Renzi: la classe dirigente attuale ha rimandato i problemi
"In un momento nel quale i dirigenti nazionali hanno fatto vedere quello che sapevano fare, secondo me molto meno di quello che potevano fare, ora tocca ai sindaci esprimere una qualità e una competenza totalmente iversa", ha detto Renzi, intervenendo in diretta a Radio Toscana. "La classe dirigente attuale è andata avanti per anni a rimandare i problemi". Poi, a proposito della polemica sul limite al mandato in Parlamento, Renzi ha precisato: "Non vogliamo rottamare le carriere, anche se visto che sono stati 20 anni in Parlamento e hanno fallito una riflessioncina andrebbe fatta, ma vogliamo rottamare le idee".

Bindi: c'è troppo rosso
Tenta di gettare acqua sul fuoco Rosi Bindi, presidente dell'assemblea del Pd. "In questa vicenda delle primarie si rischia di indebolire il Partito democratico o addirittura di snaturarlo - spiega Bindi - perchè siamo entrati in una competizione nella quale si stanno estremizzando le posizioni e dove inevitabilmente Bersani sta assumendo una certa configurazione rispetto a un competitore come Renzi. Insomma c'è troppo rosso. Molti esponenti - ha proseguito Bindi - soprattutto con incarichi amministrativi che hanno una storia diversa da quella del Pci-Pds-Ds, si stanno schierando con Renzi. Non perché siano convinti dalla sua proposta, anzi alcuni di loro sono antropologicamente opposti a lui e alle sue problematiche, ma perché interpretano tutto questo come una sorta di bilanciamento e rottura". Bindi ha poi concluso dicendo di non avere una "aspirazione" a candidarsi alle primarie e di lavoraree a "rafforzare le motivazioni per le quali sostenere Bersani".

Il referendum sulla legge Fornero
"Qui sono comunque in buona compagnia e il Pd, come tante volte, non li appoggia ma li farà vincere". Così il leader di Sel Vendola ha risposto all'ingresso della Corte di Cassazione dove ha depositato, insieme agli altri promotori, i quesiti per ripristinare l'articolo 18. Intanto però il quesito ha incassato il sostegno dell'europarlamentare Pd (ex sindaco di Bologna ed ex segretario della Cgil) Sergio Cofferati: "E' un referendum che condivido e lo firmerò".

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