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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2012 alle ore 19:09.
L'ultima modifica è del 12 settembre 2012 alle ore 08:42.

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Chris Stevens, l'ambasciatore Usa ucciso nell'attentato. (Reuters)Chris Stevens, l'ambasciatore Usa ucciso nell'attentato. (Reuters)

Nella Libia liberata quasi un anno fa dal regime di Muhammar Gheddafi riesplode la violenza di Al Qaeda con l'attacco al consolato americano di Bengasi. Un assalto «pianificato», seconto fonti statunitensi. Secondo altri osservatori scatenato da L'innocenza dei musulmani, film su Maometto giudicato blasfemo realizzato da Sam Bacile, promotore immobiliare statunitense-israeliano di 54 anni e finanziato negli Stati Uniti grazie a diverse donazioni fra cui quelle di Terry Jones, pastore fondamentalista che nel 2010 dichiarò di voler bruciare il Corano. Alcune scene del film sono su internet e secondo i salafiti d'Egitto, primo paese in cui è esplosa la protesta per il film, mostrerebbero scene intime fra il Profeta e la moglie.

Nell'attacco di ieri sera - anniversario dell'11 settembre - al consolato Usa di Bengasi sono morti così l'ambasciatore Usa in Libia, Christopher Stevens, due marines e un funzionario. Le fonti non hanno specificato se gli aggressori hanno istigato la protesta contro il film o se l'hanno utilizzata. Tuttavia ritengono che l'ambasciatore non fosse specificatamente preso di mira. Siti vicini ad Al Qaeda hanno sostenuto, invece, che l'assassinio di Stevens sia «una reazione della milizia Ansar Al-Sharia alla conferma della morte di Abu al-Libi», numero due di Al Qaeda, arrivata ieri da Ayman al Zawahiri. Ipotesi che non trova al momento altre conferme.

Un alto funzionario a conoscenza dei dettagli dell'attacco, ha detto che una granata ha incendiato l'edificio del consolato. Stevens e gli altri funzionari deceduti si sono trovati separati dal resto dello staff mentre cercavano di fuggire verso il tetto e sono morti soffocati dal fumo. Sul web è stata diffusa una foto che ritrae Stevens subito dopo l'attentato, camicia fuori dai pantaloni, già privo di vita, riverso sulle spalle di qualcuno che lo sta portando via.

Il presidente Barack Obama ha condannato «l'attacco scellerato», promette più sicurezza per gli americani impegnati nelle missioni diplomatiche, invia in Libia un'unità anti-terrorismo dei marines. Unità, fa sapere una fonte del Pentagono, ribattezzata Fleet anti-terrorism security team (Fast) e formata da una cinquantina di uomini. Un'altra fonte dell'Amministrazione Usa fa sapere che in Libia potrebbero essere inviati «fino a 200 marines» per proteggere cittadini e interessi americani nel Paese.

Non solo. Alcuni droni americani potrebbero sorvolare Bengasi e altre località nell'est della Libia pronti a colpire chi ha effettuato l'attacco alla sede diplomatica Usa di Bengasi. Lo riporta la Cnn citando alcune fonti, secondo le quali la proposta dovrebbe essere approvata a breve dal Pentagono e dalla Casa Bianca.

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