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Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2012 alle ore 13:15.

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Nella foto Silvio Berlusconi (a sinistra) con il magnate australiano, Rupert Murdoch (Ansa)Nella foto Silvio Berlusconi (a sinistra) con il magnate australiano, Rupert Murdoch (Ansa)

Mediaset si è ritirata dalla gara per l'acquisto di La7. Lo ha deciso il comitato esecutivo del Biscione dopo che al gruppo televisivo guidato da Fedele Confalonieri e Pier Silvio Berlusconi era stato negato l'accesso ai dati sensibili del "pacchetto" in vendita.

Franco Bernabé, presidente di Telecom Italia, intanto precisa: «Non venderemo a qualsiasi prezzo. Le valutazioni vengono fatte sul prezzo ma anche su un'idea e sul piano industriale che viene presentato per la società. Del resto c'é una quota importante di italiani che vuole questo prodotto». Bernabé ha infatti ricordato che La7 é l'unica emittente che ha aumentato l'audience e i ricavi di raccolta pubblicitaria.

Quanto a Sky, quali siano le reali intenzioni di Newscorp lo si saprà il 24 settembre, data entro cui presentare le offerte non vincolanti. Rispetto a quanto precisato a giugno, la posizione di Sky non cambia. L'amministratore delegato di Sky Italia, Andrea Zappia, aveva confermato di avere il dossier TiMedia sul tavolo ma «non c'è nessun interesse al momento ad acquisire La7». E aveva spiegato: «C'è un operatore in vendita e quindi qualsiasi operatore va a guardare i documenti». Però, aveva aggiunto, «intendetelo come un modo per avere comprensione del mercato e non come specifico interesse» ad acquistare. A muoversi per la prima manifestazione d'interesse è stata, a monte, Newscorp che oltre controllare Sky è presente in Italia con il canale in chiaro Cielo.

Al Jazeera avrebbe già deciso di chiamarsi fuori per l'offerta su TiMedia. Tra le società che partecipano alla gara per la tv figurano Cairo e Discovery, che in Italia controlla Discovery Channel. A tutto il gruppo sono interessati il fondo Clessidra di Claudio Sposito, tra i cui consulenti figura Marco Bassetti, già numero uno di Endemol, e 3 Italia, il cui management sceglie la linea del no comment. Per gli impianti di trasmissione sono in lizza Abertis, Ei Towers di Mediaset e fondi internazionali specializzati in media e infrastrutture.

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