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Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2012 alle ore 15:43.
L'ultima modifica è del 18 settembre 2012 alle ore 08:29.

Chiusura all'insegna dei realizzi per le Borse europee: la peggiore oggi è proprio Piazza Affari, dove il Ftse Mib conclude perdendo il 2,39%, mentre le altre piazze contengono le perdite, Wall Street compresa (segui l'andamento degli indici finanziari).
Le banche perdono terreno
A Piazza Affari, le banche continuano a scontare la fine del divieto delle vendite allo scoperto trascinando al ribasso l'intero indice, con Intesa Sanpaolo e Unicredit in coda al paniere. Male anche Fiat, che sconta i dati sulle immatricolazioni europee in luglio e agosto e le tensioni legate all'abbandono del piano Fabbrica Italia. Tengono il lusso e i titoli esposti sul dollaro, grazie al rafforzamento del biglietto verde nei confronti dell'euro: bene Campari, Ferragamo e Luxottica Group. Nel resto del listino nuovi boom per Rcs Mediagroup, dopo che Diego Della Valle é salito verso il 9% del capitale, e Telecom Italia Media, grazie alle voci su un interesse di Sky.
Euro in rialzo
L'euro è sceso a 1,3054 dollari (1,3139 ieri) (cambio euro/dollaro) e 102,66 yen (103,42), mentre il rapporto dollaro/yen è a 78,64 (78,72). In lieve calo il prezzo del petrolio: il future ottobre sul wti cede lo 0,41% a 96,22 dollari al barile.
Spread invariato
Il differenziale di rendimento tra BTp e Bund è invariato a 342 punti, mentre ieri in chiusura era a quota 343.
Altre Borse
Chiusura in calo ieri per la Borsa canadese, per effetto del venir meno dell'euforia degli investitori dopo le mosse della Federal Reserve statunitense. L'indice principale S&P/Tsx Composite ha perso 52,61 punti, o lo 0,42% a 12.446,86 punti.
Focus Tokyo
La Borsa di Tokyo chiude la seduta con un ribasso dello 0,4%. Il mercato nipponico sconta le vendite legate al contenzioso territoriale in corso con la Cina sulla sovranità delle isole Senkaku/Diaoyu.
Il contenzioso Cina-Giappone
Migliaia di cinesi sono nuovamente scesi in strada oggi in diverse città del paese per esigere dal Giappone la restituzione alla Cina delle isole Siaoyu/Senkaku. La data scelta per questa nuova ondata di manifestazioni, autorizzata dal governo di Pechino, coincide con l'anniversario dell'"incidente di Mukden", che il 18 settembre 1931 fornì il pretesto al Giappone per invadere la Manciuria. Centinaia di imprese e ristoranti giapponesi hanno sospeso le loro attività per precauzione.
A Pechino stamattina più di mille persone si sono avvicinate all'ambasciata del Giappone, protetta da poliziotti in tenuta antisommossa e da barriere metalliche alte due metri.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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