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Questo articolo è stato pubblicato il 23 settembre 2012 alle ore 14:16.

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È un dovere delle attuali élite politiche italiane, se non vogliono che il populismo o il disprezzo della politica diventino l'unico stato d'animo popolare, preparare urgentemente programmi che finalmente abbiano al centro la giustizia sociale, che significa poi anche la vera lotta alla corruzione, e la difesa dei diritti umani, storicamente maturati e ben individuati dalla nostra Costituzione. Diritti storici delle libertà civili, delle libertà politiche, e il diritto alla salute; i diritti sociali, che Norberto Bobbio chiamò di seconda generazione, il diritto al lavoro, all'istruzione, all'assistenza e poi ancora quelli di terza generazione, cioè i diritti alla solidarietà, allo sviluppo, all'ambiente protetto, alla qualità della vita, alla libertà dell'informazione.

Un programma che incentivi e garantisca la difesa di questi diritti, con la vigilanza dei cittadini - finora estromessi dalla partecipazione alla vita politica, affidata a capi più o meno carismatici - riuscirebbe finalmente a ridare alle scelte elettorali il ruolo centrale nella democrazia che loro compete.

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