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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2012 alle ore 11:29.
Con una camicia nera e un crocifisso al collo, visibilmente dimagrito, Lele Mora, per la prima volta, è arrivato a palazzo di giustizia di Milano per il processo sul caso Ruby che lo vede imputato assieme a Nicole Minetti e a Emilio Fede per favoreggiamento e induzione della prostituzione.
Anche la consigliera regionale lombarda, dopo l'esibizione in costume da bagno alla sfilata di Parah, si è presentata all'udienza con un look molto sobrio, jeans scuri, stivali da cavallerizza, camicia bianca e capelli raccolti. I due si sono salutati a stento e anche nel corso delle pause dell'udienza non hanno mai parlato tra loro.
Intervistato dopo l'udienza Lele Mora ha affermato che Berlusconi è "innocente" riguardo alle accuse sul caso Ruby: «Comunque spetterà alla magistratura stabilirlo ma io credo proprio che sia innocente».
Ha poi aggiunto: «Il bunga-bunga è solo una barzelletta, nient'altro, ad Arcore si mangiava e si stava bene".
Sul banco dei testimoni c'è anche Luigi Sorrentino che lavorava nella scorta di Emilio Fede e che non aveva mai preso parte alle udienze fino ad ora. Sorrentino, ha raccontato di una sera del 14 febbraio 2010 nella quale seguì con la sua macchina di scorta l'auto di Emilio Fede, nella quale c'erano due ragazze «di cui una marocchina», fino ad Arcore. Il teste poi ha confermato quanto aveva già detto a verbale, ossia che «quella sera di San Valentino dalle vetrate si vedevano due ragazze in baby-doll rosso».
Rischio di falsa testimonianza per il papà di Ruby
E' probabile che alla fine del processo i giudici trasmettano gli atti al pm affinché valuti la possibilità di procedere per falsa testimonianza nei confronti di M'hamed El Mahrugi il padre di Karima. Durante il dibattimento El Mahrugi ha continuato ad affermare di aver saputo solo dai media del rapporto che legava Ruby con l'ex premier mentre le prove, una telefonata tra il padre e la figlia, dimostravano il contrario. Il giudice Anna Maria Gatto per questo ha perso la pazienza sbottando in aula: «Non ci prenda in giro su quello che sapeva dei rapporti tra sua figlia e Silvio Berlusconi».
Il pm Antonio Sangermano ha letto infatti la conversazione intercettata tra padre e figlia il 30 settembre del 2010 in cui entrambi dicono di aver ordinato alla signora Zara, moglie di M'hamed e mamma di Ruby, di tacere alla polizia e alla comunità della conoscenza con Silvio Berlusconi, rilevando poi che il primo articolo apparve sui media solo il 26 ottobre. Alla fine il papà di Ruby ha cercato di cavarsela con una laconica affermazione: «Non volevo saperne nulla, è la verità».
In un altro passaggio della deposizione M'hamed ha anche aggiunto: «Cosa voleva mia figlia dalla vita? I soldi e io non li avevo».
Gli assenti
Non si é presentato invece in aula Luca Risso, il compagno di Ruby, che ha fatto pervenire ieri sera un certificato medico per malattia fino a domani. Il giudice Anna Maria Gatto ha disposto la visita fiscale dopo che il pm Antonio Sangermano aveva contestato infatti la «strumentalità» di una «bronchite un pò rapidina». Dopo la visita Risso è stato condannato ad una multa di 500 euro e i giudici hanno disposto l'accompagnamento coatto per la prossima udienza fissata per il 12 ottobre.
Il giudice ha preso atto dell'assenza della deputata Maria Rosaria Rossi, per accertamenti medici senza certificazione, e dell'europarlamentare Licia Ronzulli, che ha fatto pervenire la documentazione che attesta un impegno politico.
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